I turisti arrivavano da tutta Italia e dall’estero per assaggiare le specialità gastronomiche irripetibili, salsiccia, polenta e frico. Ma soprattutto il Tokay e il Merlot. A riprova del successo europeo, il socio di un’emittente privata aveva realizzato un remix sulle note del successo di Patrick Hernandez, Born to be alive, nella versione friulana: “Scaravente un taj”. Ovvero “tira un bicchiere”. Nelle classifiche “pirata” degli udinesi restò ai primi posti per molte stagioni. Oggi non è più così. A Udine il Merlot e il frico sono stati soppiantati dall’hashish, cocaina e altre sostanze stupefacenti. L’infiltrazione nel tessuto cittadino dei migrantes arrivati in modo incontrollato e disordinato ha trasformato la città friulana nella capitale dello spaccio. Ormai i clienti arrivano a Udine da tutte le regioni per acquistare il prodotto. L’ultimo episodio è proprio di ieri. La Polizia di Stato ha arrestato un cittadino pakistano per cessione e detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanza stupefecente. Le forze dell’ordine, durante un servizio di controllo della città (ecco perché servirebbe la “Squadra Falchi” proposta in Consiglio da Eloisa Gatta), hanno notato un cittadino straniero di nazionalità pakistana, cedere un involucro ad un giovane, un ragazzo residente fuori regione giunto a Udine per acquistare la droga. La capitale del Friuli centro di spaccio. La polizia ha bloccato sia l’acquirente che il venditore trovato con in tasca quasi 600 euri. Le forze dell’ordine hanno eseguito un controllo nell’abitazione del pakistano dove sono stati rinvenuti 42 grammi di hashish, suddivisi in pezzi, e 41.190 euro in banconote, probabile provento di spaccio. L’operazione mette in evidenza quanto utile sarebbe una “Squadra Falchi” della Polizia di Stato che in tempi rapidissimi è in grado di tenere sotto controllo la città.