In questi giorni di fine novembre, Udine versa in uno stato di crisi politica profonda. Le continue frizioni che si susseguono dal giorno in cui l’ex rettore si è insediato, rivelano lo ststo innaturale di una giunta e di un consiglio comunale pronto a esplodere da un momento all’altro. Dal giorno in cui si è insediata questa nuova amministrazione, gli udinesi sono vittime di un continuo stillicidio provocato da un sindaco che non riesce a tenere unita la propria coalizione, se non i suoi amici fidati. E sono pochini…. Sei mesi di rivendicazioni, di posti non assegnati, di mancanza di collegialità a discapito delle promesse fatte i campagna elettorale. La questione del bilancio partecipativo e delle deleghe è solo l’ultima pagina di un fitto quaderno di doglianze. Se non c’è stabilità politica non è nemmeno possibile attuare il programma. Honsell prenda atto che si è cacciato in un brutto guaio. Non è come all’università in cui vige il motto divide et impera, e poi tutto va bene madama la marchesa. E no! la politica è altra cosa e le spine sono tante. A partire da Rifondazione, grande protagonista della vittoria al secondo turno e che chi sta in consiglio comunale (Peratoner) non digerisce l’assessorato a Franzil. Udine versa in uno stato di crisi politica irreversibile.