E’ stato proclamato lo sciopero del personale sanitario dell’Azienda Friuli Occidentale (Pordenone). Il tentativo di conciliazione di fronte al Prefetto è fallito. Lo rendono noto il segretario generale di UilFpl Stefano Bressan e Luca Petruz del Nursind. A Pordenone, Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, tira un vento di burrasca e più di qualche osservatore, captato in Corso Vittorio Emanuele, segnala che l’attuale direzione accusa una disarticolazione organizzativa che nemmeno con Joseph Polimeni (il precedente DG cacciato dall’ASFO e sistemato in ARCS) si era registrata. Il disordine ha raggiunto livelli lunari con conseguenze che ricadono sul personale sanitario. Le due sigle avevano ricercato un’intesa col direttore rispetto alla grave criticità di organico che viene ignorata dai vertici aziendali. La carenza sfiora le 50 unità. «In realtà, secondo noi – dettaglia Stefano Bressan di UilFpl e Luca Petruz di Nursind – ne contiamo 200. Malgrado il nostro impegno, la direzione è rimasta sorda pertanto non avevamo altra scelta che proclamare lo sciopero in difesa dei lavoratori. Aggiungiamo – ripetono Bressan e Petruz – la mancata stipula dell’Accordo integrativo Aziendale sulla costituzione dei fondi contrattuali che disciplina l’utilizzo delle risorse incentivanti destinate ai dipendenti. Avevamo chiesto alla Direzione di utilizzare il bilancio aziendale per pagare mensilmente le eccedenze orarie legate a richiami in servizio e turni aggiuntivi che vengono imposti ai lavoratori per sopperire alla carenza di personale. Invece, per Tonutti, le eccedenze orarie verrebbero pagate esclusivamente dai fondi contrattuali mentre per riconoscere il disagio dei richiami in servizio si ripiega su un gettone incentivate, sempre pagato dai fondi dei dipendenti. Una scelta inaccettabile – tuonano Bressan e Petruz – che rischia di pesare sulle tasche dei lavoratori per più di 500mila euri complessivi. Vi è poi la stucchevole discriminazione fra il personale del comparto sanitario impiegato nella stessa regione: AsuFc e Asugi hanno disposto i pagamenti dei richiami in servizio sttraverso risorse prelevate dal bilancio. Tonutti invece vorrebbe impegnare i risparmi dei lavoratori per sopperire alla disorganizzazione che lui stesso ha generato. Tuttavia non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, e così i nostri buoni propositi si scontrano con una Direzione aziendale che all’incontro di conciliazione di ieri, tenutosi nella Prefettura di Pordenone, ha respinto le nostre richieste e non intende mettere mano al bilancio preferendo usare i fondi contrattuali dei lavoratori per sopperire alla carenza di personale, questo porterà a una perdita di oltre € 800.000 ai lavoratori dell’ASFO. Se questa è la linea della Direzione dell’Azienda, non è quella che rappresenta la Sanità che vogliamo e che noi, sindacato, difendiamo in Friuli Venezia Giulia. Analogo discorso per quanto riguarda l’Accordo sull’Indennità di Pronto Soccorso, dove la proposta della Direzione di ASFO non è assolutamente in linea con la valorizzazione del personale di Emergenza-Urgenza che secondo noi deve essere premiato per l’impegno e i grandi sacrifici compiuti quotidianamente per garantire la tenuta del sistema». A tal fine UilFpl e Nursind chiedono che «la parte residua del fondo per l’indennità di PS venga destinata esclusivamente al personale dei Pronti Soccorso. Sul fronte Occidentale è bufera e a ponente cala il sipario su una delle peggiori gestioni della Sanità di questi ultimi tempi. I rimbalzi da Corso Vittorio Emanuele consegnano Tonutti, ex Arcs, nel giro d’aria. Il ventilatore è acceso, gira come una turbina. Macina e risucchia.