
Sono stati pubblicati nei giorni scorsi, a cura di Ads (accertamenti diffusione stampa), i dati sulle vendite dei quotidiani relativi al mese di marzo. L’insieme preso in considerazione è forse quello più completo: la colonna dell’exel che somma il totale delle 3 vendite individuali, ovvero il cartaceo, abbonamento individuale e copie digitali individuali. Escluse le comode copie promozionali e quelle pagate da terzi. Nel caso dei numeri assoluti, il quotidiano più venduto in Italia (carta più digitale) è il Corriere della Sera (268.691 copie), seguito dal Sole 24 Ore (141.813) che ha scalzato la Repubblica (141.777). Nel Nordest Il Gazzettino si ferma a 48.984 copie in assoluto e il Messaggero Veneto scende a 30.726. Rispetto al 2021, marzo su marzo cartaceo + digitale, il Gazzettino perde il 6,07% (da 52.150 a 48.984), mentre il Messaggero Veneto crolla di oltre 14 punti percentuali (da 36.009 a 30.726). Se invece si analizza la sola colonna delle vendite individuali, per i quotidiani sono dolori. In particolare nel Triveneto.
Nel mese di marzo, il Gazzettino scende da 41.050 a 40.450; Messaggero Veneto da 30.305 sprofonda a 29.758; Il Piccolo di Trieste da 15.313 passa a 14.977; La Nuova di Venezia da 5.550 a 5.528; L’Adige da 19.960 a 19.711; L’Arena da 22.114 a 21.631.
Sui Nazionali il Corriere della Sera recupera circa 2.000 copie passando da 235.698 di febbraio a 237.365 di marzo. Il Sole scende da 97.489 a 96.847, che si porta in seconda posizione assoluta nelle vendite totali. Volendo entrare nel sottoinsieme delle vendite individuali ma solo cartacee, i dati sono ancora più allarmanti. Il settore è ormai tagliato dal mercato.
Per esempio, dati mese di marzo. Il Gazzettino non supera le 31.082 mila copie; il Messaggero Veneto 25.818; Il Piccolo 11.935; in questa analisi il Sole 24 ore, solo cartaceo, sarebbe dietro al Gazzettino: con 25.262 copie. Lo salva la tecnologia digitale. Segnali chiari che dimostrano che, in poco tempo e sempre più rapidamente, l’epoca dei giornali da sfogliare è tramontata.