Avevamo anticipato che oggi ci sarebbe stato un colpo di teatro in Tribunale e Udine e così è stato. Leonarduzzi convocato dal giudice Pecile per esame imputato in seguito alla denuncia per diffamazione presentata dall’amministrtore delegato della multinazionale austriaca, Kronospan, Cenedella. Di cos’era accusato il direttore della testata? Di aver definito “starati” e “tossici” i vertici dell’azienda (produce truciolari in zona industriale a San Vito) e di aver accostato la foto di un teschio al dirigente. Per il Pubblico Ministero Luca Spinazzé il fatto non costituisce reato pertanto ha chiesto al giudice l’assoluzione dell’imputato, ribadendo che occorreva “salvare il diritto di critica” mancando il dolo. Monumentale. Anche rispetto alla figura del teschio il PM ha rigettato la richiesta della parte lesa di un risarcimento danni.
Diversa la posizione del giudice Roberto Pecile che ha invece deciso per la condanna a 900 euri di multa per Leonarduzzi. Doveva essere colpo di scena e così è stato. Il titolare dell’accusa, il PM, aveva chiesto lì’assoluzione, il giudice “Terzo”, di parere opposto, la condanna. In questo caso va detto che la separazione delle funzioni a Udine, fra magistratura inquirente e giudicante è una realtà che si è celebrata nell’udienza di oggi. In aula era assente l’amministratore. L’avvocato di Leopost, Rossana De Agostini preannuncia appello.