E’ il momento, per l’assessore Riccardi di fare chiarezza sui tre punti del settore sanità che hanno mandato in fibrillazione la maggioranza Fvg. L’alleanza ha tremato sullo strappo di un ministro che non partecipa all’inaugurazione di un nuovo presidio ospedaliero (Pordenone) e sui tre assessori che si rifiutano di votare una delibera di giunta. Un fine anno sulle montagne russe e con la gastrite a livelli supersonici cui ora l’assessore tenta di neutralizzare. Riccardi oggi ha reso noto che:
«Il Piano oncologico regionale è solido: ascoltiamo, ma no a difese particolaristiche». L’assessore ha incontrato la direzione strategica del Cro di Aviano per affermare quanto è scritto negli atti della Giunta regionale: «definiscono una direzione ad interim, affidata al dottor Tonutti, per conseguire un’ottimizzazione delle attività e non una fusione con l’Azienda sanitaria Friuli Occidentale». Per il neo direttore generale sarà un impegno “gravoso”. Per i pordenonesi una notizia, importante, riferita da Riccardi: «Il Cro mantiene la sua indipendenza, ma occorre sviluppare dei percorsi condivisibili e sostenibili, anche sotto il profilo dei volumi di attività, ben comprendendo come questi non possano essere gli unici parametri per le decisioni». In quanto al Piano oncologico regionale, il quale “è solido, non si occupa solo di numeri, ma definisce criteri, distinguendo tre livelli di azione: le attività specifiche che possono essere condotte solo fuori regione per determinati e limitati casi critici; la dimensione regionale, che è fatta di un sistema di milione e duecentomila abitanti, e le aree territoriali nella dimensione aziendale. Ascoltiamo – ha detto Riccardi – tutti coloro che hanno titolo ma soprattutto competenze per farlo, tenendo presente che si tratta di un Piano di applicazione graduale nell’arco di tre anni e che le istituzioni devono avere un ruolo ma a valle di analisi prodotte dal Comitato oncologico regionale: sarebbe, infatti, un esercizio pericoloso se fosse la politica a stabilire quale sia la soglia corretta o la sala operatoria migliore. È doveroso però – ha concluso assessore – metterci in guardia da chi antepone la difesa di posizioni particolari all’efficienza e alla sicurezza dei servizi a beneficio dei cittadini, anche alla luce delle segnalazioni di evidenti insufficienze segnalate nell’ultimo rapporto Agenas e ricordando la vicenda trentennale per effetto della quale siamo una delle poche regioni che non si è ancora dotata della Rete oncologica regionale. Davanti a noi restare ancora fermi o avere, con tutte le garanzie necessarie, quel coraggio di decidere che è mancato per troppo tempo”.