Il dibattito sulla chiusura del punto nascita di Palmanova fu rovente e raggiunse il suo apice nel 2019 con la grande manifestazione all’auditorium. Vi parteciparono Riccardi, Zamaro, Fedriga e tutto il centrodestra della bassa friulana per difendere una scelta ideologica e spiegare che, tecnicamente, vale a dire crismi di sicurezza e numero di parti all’anno (erano 640) la giunta avrebbe deciso di chiudere il punto nascita. E così fu. Si optò per Latisana. Pochi anni dopo, la scelta si rivelò un fallimento e in regione si dava inizio alla danza delle decisioni: alle condizioni in cui versa, il punto nascita va chiuso. I rimbalzi restituivano l’amarezza dei palmarini e il loro disappunto per la scelta dell’assessore. 5 anni dopo spuntano le vere ragioni della chiusura del punto nascita. Lo spiega dettagliatamente la consigliera regionale della Lega Maddalena Spagnolo: «A margine della seduta odierna del Consiglio delle autonomie locali l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi ha confermato l’impegno della Regione nel far riconoscere le ragioni dell’ospedale di Latisana, che riveste un ruolo importante nel rispondere a specifiche esigenze territoriali, confermando che verrà chiesta al Governo la deroga per il punto nascita di Latisana». Quindi per Riccardi e l’esponente della Lega è sufficente “rispondere a specifiche esigenze del territorio…”. La disamina prosegue coi ringraziamenti: «Ringrazio l’assessore Riccardi e il presidente Fedriga per l’attenzione che dedicano al nostro ospedale e al nostro territorio, dimostrata anche con la richiesta di deroga dalla chiusura dei punti nascita che non raggiungono i 500 parti. L’ospedale di Latisana per qualche decina di parti non raggiungerà questo obiettivo numerico, ma ottiene ottimi risultati in tutti gli altri indicatori». Ma come? per settimane, per mesi e per anni, Riccardi e Fedriga hanno replicato alle proteste dei cittadini che il punto nascita di Palmanova non poteva rimanere in funzione per via del numero dei parti e oggi lo stesso assessore (glerie, ghiaia per gli amici) farà pressioni sul governo per ottenere la deroga alla chiusura inevitabile di Latisana? E’ stata una punizione politica nei confronti del comune della bassa e del palmarino che oggi sale sull’altare di decisioni che si mescolano col clima politico che sta avvelenando la maggioranza Fvg dopo la questione delle nomine dei DG sanità. Il comune della bassa “attenzionato” da Riccardi è anche quello guidato dal meloniano Lanfranco Sette e sono in molti ad intravedere nell’operazione, oltre alla “relazione” Lega del territorio coi referenti Bordin, Spagnolo, una resa dei conti giunta regionale contro Fratelli d’Italia. In particolare i meloniani del pordenonese, nauseati dalla nomina di Tonutti all’interim Asfo-Cro. L’impegno di Riccardi espresso verso l’udinese Lanfranco Sette non fa altro che allargare ancora di più il solco fra i Benito Remix di Udine con quelli di Pordenone che pilotano gli assessori nel silenzio del segretario regionale Rizzetto. Città stellata, città perculata.