Per Serracchani ci sono 41 bis di serie A e 41 bis di serie B.
Appena ha visto i riflettori accendersi, l’ex presidente della regione Fvg Debora Serracchiani ha subito cercato l’angolazione migliore per apparire, e solo apparire. Il caso Cospito era un’occasione imperdibile tant’è che è subito corsa nel carcere di Sassari per sostenere la causa del terrorista e contro il 41 bis. “Pensavamo fosse importante venire a verificare le condizioni di salute di questa persona…”. Ha detto la capogruppo friulana alla Camera al termine della visita al carcere di Bancali (Sassari) insieme ai colleghi del Pd Andrea Orlando e Silvio Lai e il senatore Walter Verini, dove hanno incontrato Alfredo Cospito dal 4 maggio in regime di 41bis e in sciopero della fame da oltre 80 giornli. In realtà un interesse così morboso per i detenuti in regime di 41 bis non era noto. A Tolmezzo, nessuno l’ha mai vista. A ferragosto o a Natale nei momenti in cui le condizioni psicologiche dei detenuti crollano, la deputata si è tenuta ben lontana dalle carceri friulane, quelle di Udine, Pordenone, Gorizia o Trieste. Niente riflettori, niente visita. I Dem son fatti così e se ne sono accorti anche gli elettori che alle prossime elezioni puniranno i moralisti a getto continuo. Ma Serracchiani oggi è un fiume in piena e la si è vista ieri sera a Porta Porta. La capogruppo minaccia il vice presidente del Copasir Donzelli di querela per averla associata alla mafia. Nelle sue parole hanno ipotizzato un sillogismo, che Donzelli non ha mai detto:”Il terrorista Compito parla con i mafiosi, il Pd va dal terrorista, il Pd è mafioso”. Ma allora perché quando Ivan Scalfarotto andò a trovare due presunti omicidi in carcere, il Pd corse a dissociarsi? Scalfarotto era, per caso, un omicida? Come si ricorderà, il parlamentare milanese del Partito Democratico aveva compiuto un’ispezione nel carcere di Regina Coeli, dove sono rinchiusi i due giovani statunitensi condannati all’ergastolo in primo grado e accusati di avere ucciso il carabiniere Mario Cerciello Rega. Perfino importantissimi esponenti del partito di Scalfarotto, il PD, presero le distanze dall’iniziativa, definendola “a titolo personale”. Ma il petardo più rumoroso contro i democratici e Serracchiani viene estrapolato da un autorevole autore che la pubblica in rete. Da incorniciare: «E se al posto di Cospito – scrive Carbone in rete – ci fosse stato in coglionazzo aderente magari a Casa Pound e se al governo ci fosse la sinistra, sarebbe sepolto nel carcere più duro possibile. Magari lo Spielberg, con gli schavettoni addosso e una palla al piede».