Come molti lettori sapranno, la questione dei dipendenti statali è costellata da privilegi e rendite di posizione lunari. Lo statale può lavorare 6 ore e tre quarti al dì. E può disporre di una infinità di permessi e ferie. Tredicesima e quattordicesima. Tuttavia, non basta maj. IL licenziamento non è previsto. Nessuno dei 40 truffatori dello stato triestini sarà licenziato, nessun giudice del lavoro comminerà la giusta pena.
Per un impiegato statale, a TRieste era prassi chiedere il trasferimento presso gli uffici della soprintendenza. Come fosse un luna park o un porto di mare. Arrivavano tutti, anche quelli che, invece di sorvegliare Miramare, preferivano il bar e la partita a carte. Insomma, l’America. Potevi svolgere anche un doppio lavoro, saltava anche l’incompatibilità. Terreno privilegiato.
Il caso di Trieste, pur non essendo l’unico, è lo specchio di una categoria che disprezza il cittadino, gli sequestra i suoi diritti e lo invita a rivolgersi altrove. E’ la malattia del burocrate.
Stupisce che i dirigenti, malgrado l’allegrja dei controlli, continuino a percepire i premi del ruolo, malgrado le truffe cui sono complici.