Il centrodestra Fvg, oltre alla questione terzo mandato è sotto pressione sul versante province cui la coalizione si sta impegnando per ripristinarle dopo la spazzolata di Serracchiani. Qualcuno ne avverte la mancanza? no. Forse solo coloro che non sono stati eletti alle elezioni e confidano nell’ente elettivo di primo grado per sistemarsi e campare. E in Friuli l’ansia per il via libera è palpabile fra i corridoi del palazzo. L’alleanza voleva chiudere la partita a breve e andare al voto entro il prossimo anno, ma tocca ancora aspettare. Le ragioni le spiega il ministro leghista Calderoli cui è intestata la pratica. «Non ci sono dubbi sul fatto che in Friuli riporteremo le province, ma sono preoccupato per i tempi – sostiene l’esponente di governo – mancano ancora tre letture, due al Senato e una alla Camera e la calendarizzazione è ancora lunga. Spero di chiudere questa partita – osserva Calderoli – prima della fine della legislatura che vuol dire anno 2028, non meno di tre anni al termine del governo Meloni». In questi casi, solo un intervento del presidente del Senato La Russa potrebbe facilitare un iter più veloce dei tempi. Il presidente Fedriga ha chiesto di anticipare i tempi anche per un “rispetto istituzionale” in cui Camera e Senato devono votare una modifica statutaria “che per noi ha un grande valore. Sono trascorsi – ricorda il presidente – più di due anni e c’è stato un solo passaggio alla Camera, questo significa che non c’è rispetto”. Fedriga spera di riuscire a portare al voto i cittadini entro il 2027. Ma il percorso non è così semplice per via di alcune questioni che sono emerse proprio in questi ultimi tempi: per esempio le richieste di alcuni amministratori rispetto al cambio dei “confini” delle vecchie province. Il Goriziano rivendica alcuni comuni della Bassa Friulana. Tolmezzo non rinuncia alla vecchia speranza della quinta provincia e Udine punta allo storico Friuli che fa imbestialire i pordenonesi. Saranno questi i motivi del ripristino delle province in Fvg?