Poco meno di una settimana fa, su queste pagine e su suggerimento del vice presidente Stefano Mazzolini, veniva dato conto del vertice triestino cui avevano partecipato il sindaco di Paularo Clama, l’assessore regionale Amirante, Mazzolini e il consigliere comunale di Paularo, Unida. La notizia era di livello poiché la ragione dell’incontro era finalizzata a migliorare la strada del Passo del Casòn di Lanza e Passo Meledis che da Paularo conduce verso Pontebba. Mazzolini e Amirante, per la gioia del sindaco di Paularo, avevano illustrato il progetto da “18 milioni di euro che prevede due tratti di variante all’attuale tracciato, un tratto completamente in galleria ed un tratto in galleria artificiale, oltre all’allargamento dello sviluppo restante laddove le condizioni morfologiche lo permettano”. Le ragioni dell’investimento vanno ricercate nel fatto che, secondo i proponenti, Paularo-Passo del Cason di Lanza, è un asse viario molto importante per tutta la regione. Da qui vi transitano migliaia di turisti durante l’anno, in particolare motociclisti, ma versa in condizioni che non garantiscono un transito sicuro e agevole. L’importanza che la strada ha per questa Amministrazione comunale è dimostrata dalla redazione di uno studio di fattibilità con tratti di variante e in galleria per poterla rendere a due corsie, ma anche dalle numerose richieste di messa in sicurezza presentate al Ministero e alla Regione dal 2022”. Perché in Lega è scoppiato l’allarme una settimana fa appena leopost ha pubblicato la foto di Mazzolini con Amirante? Cosa volevano nascondere? Ora, la stessa foto è pubblicata sul sito di “Studio Nord”. Cos’è cambiato in una settimana? Intanto la proposta di Lega e Fratelli d’Italia di investire 18 milioni a Paularo per isolare la valle del But sta rimbalzando in tutta la Carnia. Perché tutta questa attenzione per la zona di Paularo e ignorata invece la valle del But? Dopo la frana che ha bloccato il passo di Monte Croce la valle è diventata un deserto. Da Timau a Tolmezzo non transita anima viva. Le conseguenze per tutta la regione potrebbero riversarsi nei prossimi mesi quando inizia la stagione del turismo estivo. E’ una questione di priorità, fanno sapere gli operatori commerciali. La compartecipazione della regione Fvg all’investimento dell’Anas per la riapertura del Passo è prioritaria. Ma occorre fare in fretta. Lo sviluppo della montagna, non può prescindere dal Monte Croce.