Il ritornello è un inno alla violenza più becera e bombarola. “La nonna partigiana ce lo ha insegnato: uccidere un fascista non è reato! E se un fascista muore….champagne!! e se non muore: molotov!!”. La vergogna di costoro che predicano la pace. Si fanno chiamare “non una di meno” scendono in piazza per protestare contro, dicono loro…, il mancato soccorso ai migranti che attraversano il Mediterraneo e la negazione della cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Il progetto del centro in Albania non è altro che la prosecuzione di queste politiche, della violenza che noi ripudiamo e contro cui lottiamo”. E aggiungono: “In questo quadro Il D.D.L. Sicurezza è solo la punta dell’iceberg della deriva autoritaria e machista che attacca diritti e libertà, incrementa la circolazione delle armi, prevede il carcere anche per le donne in gravidanza o con figli piccoli. Moltiplica i provvedimenti disciplinari e attacca il diritto al dissenso, come è già stato anticipato dai blocchi ai caselli e alle stazioni ai fogli di via emessi in occasione della manifestazione per la Palestina del 5 ottobre”. Basta ascoltare i loro slogan per capire che la violenza la producono loro, la alimentano con slogan di una volgarità sorprendente. Come si fa a manifestare contro la violenza e cantare: “Uccidere un fascista non è reato?”. Vergogna…Vergogna.