Venerdì la consigliera regionale grillina Rosaria Capozzi aveva angosciato l’intero popolo del mare: «Fioccano le ordinanze per i divieti di balneazione e di consumo diretto dei molluschi a seguito dei controlli sulle nostre acque costiere e lagunari effettuati da Arpa Fvg. Cosa ne pensa la Giunta regionale? O fa finta di non sapere? Ma soprattutto perchè i turisti continuano a farsi il bagno e nessuno li avvisa dei divieti?». Categorica e minacciosa nei suoi allarmi che proseguiva con queste parole: «I divieti – spiega Capozzi – riguardano per ora i lidi di Staranzano, Marina Julia e Marina Nova a Monfalcone, la diga foranea di Trieste, il Bagno Muggesano e il Bagno Gmt di Muggia. Da Staranzano a Lignano le analisi si effettuano il giorno successivo, quindi non si hanno ancora i risultati. Mentre per i molluschi è dell’altro ieri un’ulteriore ordinanza che attesta la presenza di salmonella in quelli raccolti in laguna. La zona vietata è quella antistante gli scarichi dell’impianto di depurazione di Lignano». La regione non si lascia intortare dalla consigliera e si attiva per i controlli. L’assessore delegato Scoccimaro replica ai 5Stelle: «Sono terminate le analisi suppletive anche sugli ultimi tre punti della costa del Friuli Venezia Giulia che presentavano contaminati fecali superiori ai limiti. I valori sono conformi alla norma per la balneazione, che viene quindi ovunque ripristinata». Lo stop, dopo il monitoraggio dell’Arpa, è stato revocato in seguito alle verifiche suppletive condotte dall’agenzia.
“Il ricampionamento”, ha detto l’assessore regionale alla difesa dell’ambiente, Scoccimarro, «secondo la legge dovrebbe avvenire entro tre giorni, ma abbiamo dato indicazioni all’arpa di procedere entro 24 ore per favorire la fruizione dei servizi turistici. Precipitazioni intense, venti, correnti marine, con i fiumi che trascinano in mare l’inquinamento fecale e il depuratore che, per reggere l’abbondante quantità di acqua, apre gli sfioratori. Sono i fattori che possono determinare nel nostro golfo una presenza superiore ai limiti consentiti del batterio escherichia coli. Un fenomeno che viene rilevato dal costante monitoraggio dell’Arpa e che impone ai sindaci di emanare un’ordinanza che vieta la balneazione fino a quando i livelli rientrano nei limiti. Come è avvenuto lo scorso venerdì in due punti del lungomare Venezia a Muggia, vicino all’antica Diga a Trieste e poi a Marina Julia e Marina Nova a Monfalcone e nel lido di Staranzano oltre che a Grado. Un campionamento suppletivo da parte di Arpa ha registrato un rientro dei valori entro i parametri consentiti, e quindi la comunicazione sabato da parte dell’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro del via libera a tuffi e nuotate. «Il nostro mare è pulito, sicuro – assicura Scoccimarro – il ricampionamento dovrebbe avvenire entro 72 ore, ma le indicazioni che ho dato ad Arpa a inizio stagione è di procedere entro 24 ore per favorire la fruizione dei servizi turistici e dei bagnanti». Negli anni scorsi il problema a Trieste aveva toccato anche le acque davanti al Bagno Ferroviario, la spiaggetta del Cedas e l’ex California. «Non sono situazioni frequentissime – constata il direttore tecnico scientifico dell’Arpa Fvg Fulvio Stel – ma, affinché la procedura da adottare sia ben chiara nel caso si verifichino, ogni anno prima che inizi la stagione estiva organizziamo un tavolo assieme alle Aziende sanitarie e i sindaci delle zone balneari, incluso quello di Sauris perché lì c’è un laghetto balneabile».