Si tratta solo di attendere cha la manovra scenda in parlamento, che passi senza tanti piagnistei, che il PD-PDL certifichi l’aumento strutturale delle tasse e poi si ritorni a fare, come dicono loro, “politica”. Cosa vuol dire. Intanto che la leopolda del Visionario si trova spiazzata poichè, riforma delle pensioni, flexsecurity, riforma della contrattazione aziendale, nuovo regolamento PDL, legge elettorale nazionale, abolizione delle provincie, sono ricette contenute all’interno dell’agenda economica del governo Monti e del governatore Tondo; successivamente, i Montiboys sono ormai trasversalmente accreditati come nuovi riformisti del paese. Entro queste dinamiche politiche nazional-regionali, si inserisce l’idea di Maran e Saro, quella descritta da Colautti l’altra sera a palazzo Keckler. La conversione al Montismo prelude alla svolta che vede realizzarsi un nuovo e robusto partito guidato da Passera, un nuovo soggetto politico che raccolga i riformisti del PD e PDL che coincide con la clamorosa scissione dal PD di Strizzolo, Pertoldi, Lupieri verso il PDL e Moretton, Bajutti al sostegno indiretto a Tondo.