Alberto Budai ha già allestito la cucina da campo sul prato di Pontida: 2 gazebi e l’occorrente per fornire al Capitano Polenta e Frico.
Meloni va da Viktor Orban e Salvini invita Marine Le Pen sul prato di Pontida. Su queste due connessioni si apre la corsa alla ricalibratura della Lega in vista delle europee. Con un appendice polemica sul Veneto cui la Lega-Liga sta subendo una clamorosa migrazione di pezzi da novanta verso Forza Italia del nemico Tosi. Per questo motivo Salvini è agitato come un cavallo. Ha fatto sapere, durante una cena con l’amico Angelucci (editore) che “se qualcuno che riveste ruoli istituzionali regionali, non parteciperà a Pontida, lunedì lo chiamo e gli chiederò spiegazioni per l’assenza!” Il rimbalzo ha raggiunto il Friuli cui il segretario provinciale Udine Bosello ha assicurato: “saranno presenti tutti i consiglieri regionali, assessori e molti militanti”. A occhio dovrebbero partecipare Fedriga, Zilli, Calligaris, Spagnolo, Lucia Buna, Alberto Budai, Mauro Bordin, Manuele Ferrari, Roberti, Giuseppe Ghersinich, Elia Miani, Stefano Zannier, Bernardis, Simone Polesello. Non ci sarà Stefano Mazzolini che si trova in vacanza, programmata da tempo. I militanti saranno circa 300 alcuni in pullman altri in auto. Molti sono già arrivati sul pratone. Sarà un appuntamento importante per la presenza di Marine Le Pen che ha già indispettito gli alleati. La Lega di Salvini e il Rassemblement National di Le Pen fanno parte del gruppo Identità e Democrazia (ID) al Parlamento europeo da loro stessi fondato e che comprende il partito tedesco AfD. Occupazione, sicurezza nazionale, lotta all’immigrazione irregolare e semplificazione della burocrazia nell’UE sono i temi principali su cui si concentra il gruppo, spesso con un taglio euroscettico. La leader del Rassemblement National è l’unico ospite internazionale sul palco. Tuttavia, l’annuncio arriva mentre uno degli alleati della coalizione di governo in Italia – il vicepremier Antonio Tajani (Forza Italia/PPE) – ha ripetutamente chiarito che Le Pen e il suo partito non hanno alcuna speranza di unirsi al fronte del centro-destra in Europa rappresentato dal Partito Popolare Europeo (PPE) guidato da Manfred Weber. Ma Salvini non arretra e va all’attacco di Bruxelles che sarebbe «cieca e sorda» rispetto a Roma e di quell’Europa «distratta, complice e inutile», contro gli sbarchi dei migranti che non si fermano e per invocare gli «estremi rimedi» a cui ricorrere dopo quello che viene considerato un vero e proprio fallimento delle vie diplomatiche. Un affondo che soprattutto rischia di trasformarsi in fuoco amico contro gli alleati di governo. Le Pen è già un caso.