Oggi ben due quotidiani nazionali analizzano la situazione all’interno della Lega, “Corriere della Sera” e “Domani”. Senza considerare l’intervista a Fedriga apparsa ieri su “La Stampa”. Ambedue partono da un assunto: il destino di Salvini conseguente alla verifica delle europee di giugno. Il quotidiano milanese riscopre il fondatore Bossi che prende di mira il giovane segretario che, per rattoppare il «fallimento del suo progetto» innesta nella Lega personaggi che «non hanno nulla a che fare con la nostra storia»: «Ha sbagliato a scegliersi i compagni di strada in questi anni, ma non può ora affidarsi a tipi come quel generale lì… Vannacci…». Secondo Bossi, il segretario aveva a disposizione un’altra soluzione: «C’era uno spazio politico rimasto vuoto e doveva riempirlo lui». Il fondatore della Lega si riferisce chiaramente all’area occupata da Forza Italia, rimasta orfana di Silvio Berlusconi: è lì che Salvini avrebbe potuto espandersi. La conseguenza della mossa «sbagliata» è che gli azzurri adesso ambiscono al sorpasso del Carroccio alle Europee. Più “politico” il pezzo apparso oggi sul quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi, che inizia subito con il conteggio di giugno. “L’asticella è fissata alla doppia cifra, quel 10% che diventerebbe il salvavita politico per Salvini. Al di sotto della soglia vitale, l’auspicio è che il vicepremier in carica prenda atto della fine della sua leadership che ha portato la Lega alla rinascita ma anche a una nuova caduta. Dovrà chiudere il suo decennale ciclo per lasciare spazio a un sue erede: Massimiliano Fedriga presidente della regione Friuli Venezia Giulia. E’ in possesso di uno standing nazionale che sta forgiando con un afflato moderato”. Secondo “Domani” in Parlamento gli alleati “Non credono alla successione. Sono convinti che Salvini non mollerà in qualsiasi caso. Fatto sta che, al netto delle valutazioni esterne, i maggiorenti leghisti, dal ministro Giancarlo Giorgetti, al presidente della camera Lorenzo Fontana fino al collega Luca Zaia, al capogruppo alla camera Molinari, non hanno alcuna intenzione di sottovalutare i dati delle europee. E qui – prosegue il quotidiano – entra in campo Fedriga che secondo i ragionamenti dei big leghisti ha il phisique du ròle per rimpiazzare Salvini“. La preoccupazione dei leghisti risiede nello spostamento sempre più a destra in vista delle europee. “E’ un errore abbracciare gli impresentabili dell’estremismo europeo, dalla Germania alla Danimarca. Ma – osservano sul quotidiano – fin dalla sua denominazione è una creatura del Capitano: Lega per Salvini Premier”. In attesa del tris di Fedriga: presidente dell’assemblea delle regioni, presidente del Friuli VG e segretario della Lega, a nordest si interrogano: chi si occuperà della regione?