A ribadire che fra Salvini e Fedriga non corre buon sangue ci si mette anche la tragedia dell’alluvione in Romagna. L’occasione la fornisce la scelta del commissario nominato dal governo che dovrebbe gestire il disastro di quella regione. In realtà anche la presidente del consiglio ha respinto l’idea di Bonaccini tanto da rispondere così ai governatori di centrodestra che accarezzavano l’idea del loro collega: “Non è il momento, ci sono ancora i funerali delle persone”. Ma chi, più di altri, si è messo contro la proposta lanciata dai presidenti di regione Fedriga, Zaia e Fontana (tutti Lega), è stato il ministro Salvini. Il leader della Lega, alla fine di un consiglio dei ministri, avrebbe parlato, riferito all’Emilia, di “scelte figlie di un certo pseudo ambientalismo ideologico”, aggiungendo che “c’è chi ha evitato di portare a termine infrastrutture importanti pur di salvare la vita di nutrie e topi”. Una secessione, secondo alcuni quotidiani, che ha scosso il partito e che non aiuta il Carroccio ad affrontare con serenità un confronto con gli alleati sul tema. Non solo ma la voragine si avverte anche in Friuli con la corrente filo Salvini, quella di Dreosto-Zannier contrapposta a quella di Fedriga. E dietro la nomina del commissario si nasconde la paura dei leghisti che sui miliardi della ricostruzione possa mettere le mani un esponente di Fratelli d’Italia.