Questa mattina, di fronte all’Ospedale di Udine, la UILFPL ha organizzato un presidio per esprimere il proprio dissenso riguardo al rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto Sanità, evidenziando al contempo le gravi problematiche che affliggono il settore, tra cui la carenza di personale sanitario e l’aumento delle aggressioni ai danni degli operatori. Il sindacato UilFpl riconosce il proprio mandato di tutela e affermazione dei diritti e delle condizioni dei propri iscritti e dei lavoratori, soprattutto in campo sanitario. E lo fa con elementi solidi in cui ribadisce con fermezza la propria decisione di «non sottoscrivere il rinnovo del CCNL Sanità alle attuali condizioni. Gli incrementi salariali proposti risultano del tutto insufficienti: le risorse stanziate di circa 1,5 miliardi di euro non garantiscono aumenti dignitosi, considerando che 836 milioni sono già stati erogati sotto forma di Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC). Questo si traduce in incrementi medi di 130 euro lordi mensili che, sottraendo la quota già erogata in busta paga come Indennità di Vacanza Contrattuale, risultano poco più di 60 euro lordi mensili, con alcune categorie come gli infermieri, che vedranno aumenti di soli 12,28 euro lordi mensili per l’indennità specifica nel 2025. Le ragioni della UilFpl abbracciano il “caso Gorizia” che rischia di diventare il simbolo di un vasto martirologio sanitario, inaspettato, per la tempestività con cui si è consumato. Sul piano oncologico, sul suo “regista”, il cui nome è stato svelato da Riccardi (Fasola) e i numerosi trasferimenti di personale e strutture verso Trieste, ne parleremo dettagliatamente domani, lunedì, visto che la protesta sta assumendo dimensioni sempre maggiori. Oggi, dopo l’assordante rumoreggiare dei medici sulle contraddizioni del piano, ci occupiamo di un altro argomento che tocca da vicino il comparto sanitario e i suoi lavoratori sempre più abbandonati a un destino di terza guardia, isolati e sacrificati al dovere solo per il loro alto senso di responsabilità. Il segretario generale della UilFpl Stefano Bressan ricorda: «Nessuna risorsa è stata prevista per la definizione di temi fondamentali come il welfare aziendale o l’adeguamento delle indennità di pronta disponibilità. Il rinnovo non compensa adeguatamente l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione, aggravando una situazione economica già difficile per migliaia di famiglie del comparto. Restano inoltre irrisolte questioni fondamentali come l’aumento del valore del buono pasto, l’eliminazione della compartecipazione di 1 euro da parte del dipendente e una maggior garanzia sulla fruizione del servizio mensa. Sulle ferie arretrate, invece, la UIL FPL insiste affinché siano concordate esclusivamente su base volontaria, mentre sul welfare integrativo, ribadiamo che deve essere finanziato dai bilanci aziendali senza gravare sui fondi del personale. Non possiamo accettare un contratto che svilisce la dignità e la professionalità dei lavoratori della sanità. Con l’imminente incontro in ARAN, alcune sigle sindacali sembrano pronte a firmare un rinnovo contrattuale vergognoso che calpesta la dignità dei lavoratori, coloro che firmeranno una simile proposta contrattuale avranno svenduto tutti i lavoratori della sanità e tradito intere categorie professionali. Questo rinnovo calpesta i diritti dei professionisti e compromette irreparabilmente la qualità del servizio sanitario pubblico. La UIL FPL non intende tradire i lavoratori della sanità e continuerà a battersi per un rinnovo contrattuale che rispetti la dignità e il valore dei nostri professionisti e sappia rispondere efficacemente alle criticità esistenti. Non ultima la carenza di personale sanitario in Friuli Venezia Giulia. Il nostro Sistema Sanitario Regionale affronta una grave carenza di personale mancano oltre 2200 professionisti: circa 450 medici, 1200 infermieri, 400 operatori socio-sanitari e 150 fra tecnici di radiologia, laboratorio biomedico e della prevenzione, numeri che rendono evidente una crisi organizzativa sempre più profonda. Questa situazione aumenta il carico di lavoro del personale in servizio, compromettendo la qualità dell’assistenza per i cittadini ed alimentando la fuga dei professionisti dalla sanità pubblica. Servono piani straordinari di assunzione e investimenti strutturali per garantire un sistema sanitario pubblico efficiente e di qualità. Chiediamo alla Regione al pari del Veneto un aumento del valore delle prestazioni aggiuntive da € 35/h a € 50/h e uno stanziamento di risorse fresche per valorizzare i professionisti. Ma per il segretario la questione gravissima è legata alle continue aggressioni al personale: «Nel 2024 in Friuli Venezia Giulia abbiamo registrate 416 aggressioni, per la maggior parte verbali, con il 70% delle vittime rappresentato da personale femminile. Circa metà degli episodi si è verificata nei Pronti Soccorso, evidenziando la necessità di misure di sicurezza urgenti. La violenza contro i professionisti della salute è intollerabile, servono interventi immediati per garantire condizioni di lavoro sicure».