Se il ddl (Balboni Fratelli d’Italia) venisse approvato, scatterebbero maxi-sanzioni per la diffamazione: da 10mila a 50mila euro. Più il risarcimento del danno. Un bavaglio contro la libera informazione. Sono cifre spropositate che producono un effetto dissuasivo e che faranno la felicità dei piccoli podestà locali. All’Ordine dei Giornalisti parlano di «bomba a orologeria piazzata nelle redazioni». Di norma oggi la sanzione è mille euro, portarla a 50mila euro è una pazzia. Un collaboratore o un freelance li guadagna in 5 anni. Significa piegare i giornalisti al silenzio. Anche per un piccolo giornale o un sito di birbanti come leopost sarebbe un problema insormontabile. Già oggi riceviamo decine di querele che sono un serio ostacolo all’esercizio della professione, figuriamoci con lo spettro di sanzioni così salate, più i danni in sede civile. Il disegno di legge ha le sue ragioni, secondo i meloniani si vuol mettere riparo a “un rischioso sconfinamento del diritto di cronaca”. L’effetto del ddl Balboni sarebbe un problema perché cerca di dissuadere i giornalisti dal fare il proprio lavoro con scrupolo e senza riguardi nei confronti del potere, da chiunque sia incarnato. Io giornalista rischio 50mila euro di sanzione, ma chi mi querela in modo temerario per un milione di euro corre il rischio di pagare da minimo 2mila a massimo 10mila euro. Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti propone che se il giudice accerta che la querela è temeraria, il giornalista querelato riceva almeno un terzo della richiesta del querelante. Siamo del gatto. Profumo di ricino.