Con l’enfasi estiva che si conviene, i vertici dell’azienda sanitaria giuliana (Trieste), hanno recentemente salutato con entusiasmo la nuova organizzazione del Pronto Soccorso di Cattinara: “aree ‘isolate’ e diversificate; nuove linee di accoglienza e assistenza in area di emergenza, strumenti messi a disposizione per affrontare le criticità che riguardano strutture sanitarie e assistenza territoriale”. Una clamorosa lisciata di pelo all’area giuliana che ha spiazzato la maggior parte degli utenti dell’azienda ovvero coloro che si trovano al di qua del Timavo, nella cosidetta “ruralia”. La conferma di un rifiuto verso l’umanità che risiede prima della forcella dei lupi di Toscana, è certificata dai nomi dei dirigenti dei rispettivi dipartimenti dell’Azienda Sanitaria Giuliano Isontina. Dal sito dell’Asugi si possono notare ben 14 medici di area giuliana che sono “fantasmi” a Gorizia e Monfalcone, mentre solo 5 di area isontina. I nomi sono quelli di Roberto Di Lenarda, Francesca Filon, Pierfranco Trincas, Franco Cominotto, Umberto Lucangelo, Michele Rossetti, Massimiliano Liberale, Cristina Turco, Luigi Murena, Pierfrancco D’Agaro, Massimo La Raja, Maria Assunta Cova, Gianfranco Sinagra e Valentina Pesavento. Costoro, essendo titolari di dipartimento, tirano una indennità di carica che vale fino a 28mila euri oltre al tabellare. Solo che nei presidi di Monfalcone e Gorizia, di loro, si vedono solo le sagome e negli ambienti isontini sono in molti a chiedersi perché, i fondi risparmiati dai primari di Gorizia, debbano finire nelle casse degli “asburgici”. Tuttavia, l’influenza imperiale, quando fa comodo, ha raggiunto l’Isontino nel momento in cui è stato escogitato un magheggio per sistemare un componente dell’Alabarda. Dal nulla spunta un dipartimento di “Specialistica territoriale”. Chi è l’imboscato? Per facilitare l’operazione è stata attivata una linea rossa Piazzale Europa di Trieste con il Golfo di Panzano. Va da sé che agli isontini le pale stanno roteando a velocità supersonica e il malumore sta emergendo in tutta la bisiacaria; a est dell’Isonzo non s’intende più continuare a donare il sangue agli asburgici. Timavo o meno, ai piani alti del goriziano si rimpiangono i bei tempi dell’azienda sanitaria Gorizia-Monfalcone prima dell’accorpamento con la bassa friulana.