L’annuncio dell’assessore Roberti, rispetto al ritorno delle province nella forma dell’elezione diretta, ha mandato in estasi i componenti dell’associazione Gorizia 3.0 del presidente Antonio Devetag, già candidato sindaco alle ultime amministrative (5%) contro Ziberna e sostenuto da due liste, una civica e una col simbolo di “Azione” di Calenda. «Con il nuovo governo Meloni che punta con decisione sugli enti intermedi, il percorso delle province in FVG – si legge sul sito dell’associazione – sarà agevolato e qualcuno azzarda il 2024 come data delle elezioni per la nuova Provincia di Gorizia. Abbiamo sempre sostenuto la necessità che essa sia elettiva, l’unico modo per fornirle quell’autorevolezza che consenta finalmente un riscatto dell’Isontino quale territorio sinergico e in grado di gestire i suoi immensi tesori che vanno da Gorizia a Monfalcone, dal Collio alla Laguna di Grado. Non solo: un ente intermedio che possa interloquire politicamente alla pari con Udine, Trieste e Pordenone». L’esultanza per la reintroduzione delle province a elezione diretta non può che far pensare al recupero della mangiatoia pubblica come riparo per trombati. Riprendere la norma nazionale Del Rio, che prevede l’elezione indiretta degli amministratori a zero compensi, non entusiasma e non interessa ai goriziani. Con l’elezione diretta un presidente di giunta riesce a tirare oltre 6 mila euri/mese e gli assessori superano i 3.000. Perciò, la severa Gorizia asburgica, attende il 2024 con trepidazione. Sconforta leggere che l’associazione “Gorizia 3.0” è fondata da “giovani studenti universitari e giornalisti che si propone di promuovere attività di divulgazione storica e culturale, di ricerca sociale e politica ed economica al fine di sollecitare una più attiva partecipazione civile, politica, culturale dei cittadini della regione Friuli Venezia Giulia e del territorio goriziano in particolare”. Il riscatto dei giovani universitari passa attraverso la mangiatoia pubblica. In foto la statua di Carlo Michelstaedter.