Fonte Corriere della Sera:
“Quel sabato di una settimana fa doveva essere un giorno bello, di preparativi per la festa, le scarpe giuste da comprare. «Ma Filippo non voleva il distacco», sospira Elena, la sorella di Giulia che non vedeva bene quel rapporto con l’ex. […] «L’ipotesi è che aveva pianificato qualcosa, magari non di ucciderla ma di andarsene con lei», scrivono gli investigatori che stanno lavorando al caso. La discussione fra i due si fa accesa al parcheggio accanto alla casa di Giulia, nel centro di Vigonovo. «Lasciami! Mi fai male!», la sente urlare un vicino affacciato alla finestra. È l’inizio della fine. Filippo riesce a caricarla in macchina, fa pochi chilometri e infila una strada deserta della zona industriale di Fossò, fermandosi davanti allo stabilimento della Christian Dior, dove c’è qualcuno che li guarda: l’occhio di una telecamera di videosorveglianza. Si vede che i due litigano animatamente all’interno dell’auto, muovono le mani, poi Filippo sembra colpirla, uno schiaffo o un pugno. Lei scende dall’auto, scappa, lui che la insegue, la prende per il cappuccio del giaccone, impugna qualcosa, forse un coltello, e la colpisce violentemente. Giulia cade a terra, sanguinante ed esanime. Filippo si guarda intorno, la prende per i piedi, la trascina fino al retro della Punto, apre il portabagagli e, magrolino ma energico, trova la forza di sollevarla e gettarla dentro. E da lì parte la grande, folle fuga di questo studente universitario che tutti ricordano buono e rispettoso. «Non si sa se la ragazza sia morta prima o durante il tragitto o dove è stata rinvenuta», prosegue l’investigatore. Certo è che Giulia non si è più ripresa. Il viaggio ha una meta: lago di Barcis, uno specchio d’acqua artificiale nel cuore della Valcellina. Il sistema di rilevamento targhe di Palafavera, in val Zoldana, registra il suo passaggio alle 7.37 del mattino. Troppo tardi. Quasi cinque ore quando normalmente se ne impiegano due. Il motivo? «Doveva liberarsi del corpo di Giulia», hanno pensato subito i carabinieri che indagavano e così si sono messi a perlustrare l’area. Fra le due località ma molto più vicino a Piancavallo, c’è il lago di Barcis, dove sapevano che lui era stato. E lì uomini dell’Arma, carabinieri e Vigili del Fuoco hanno preso a battere palmo a palmo la montagna. Fino a scoprire il corpo senza vita della ragazza. «È andato in auto fino a un certo punto, poi l’ha trascinato in un dirupo nascondendola molto bene con un paio di sacchetti neri», conclude l’investigatore.