I segnali che indicano una pista ciclabile sono ben visibili nella zona di Corso Verdi della coccolata capitale della cultura 2025. Indicano la direzione Nova Gorica e Lucinico. Di questa novità autunnale nessuno sa niente, eppure sono lì da diversi giorni. Forse sarà perché nell’isontino la sbornia per l’attesa delle feste è densa di messaggi e annunci: “…modello Gorizia simbolo di dialogo che manca al mondo”. E nel caso delle indicazioni dei percorsi, di dialogo, ce n’è anche troppo visto che nessuno sa nulla. Chi li ha installati? I goriziani se lo chiedono come pure gli uffici che sorvegliano alle deleghe della viabilità, ovvero gli enti di decentramento regionale (ex province) e, non bastasse, anche nei quartieri del Comitato Organizzatore Gect-Go sono rimasti a bocca aperta. Tuttavia col passare dei giorni pare che il giallo dei cartelli posizionati nella coccolata Go2025 possa trovare una una soluzione. I sospetti portano a una ditta slovena specializzata in materia che, approfittando della circostanza, ha agito in piena tranquillità e senza alcuna autorizzazione. Se gli uffici comunali non sono al corrente di nulla, significa che nessuno ha seguito i lavori e le rispettive consegne. L’assessore delegato Del Sordi avverte: “Cercheremo di capire che li abbia messi”. Un pò poco se si pensa che per installare dei cartelli di qualsiasi natura su un territorio comunale la prassi burocratica è assai lunga e dispendiosa mentre qui una ditta slovena agisce indisturbata. Intanto si continua a scavare in questo pasticcio d’autunno che sta coprendo Gorizia e qualcuno già avverte: l’opera di slavizzazione della città è già un fatto compiuto. Il sindaco?