La giunta del Comune di Udine ha deliberato, all’unanimità, di dare il proprio patrocinio al Pride Fvg in programma il 10 giugno a Pordenone. L’ex capoluogo di provincia governato dal centrosinistra, si schiera in controtendenza rispetto a Pordenone, Trieste e Gorizia – e alla stessa Regione – che non hanno concesso il patrocinio alla manifestazione. Anche l’ateneo triestino e quello del capoluogo friulano hanno respinto la proposta. Ma in Friuli è già scoppiato un caso politico. L’assessore all’edilizia privata e alla pianificazione territoriale del comune di Udine, Andrea Zini, è notoriamente un esponente di spicco di Comunione e Liberazione, il movimento fondato da Don Giussani che si fonda sulla proposta di educazione alla fede cristiana. E l’omosessualità è antitetica rispetto ai principi di cielle. Un voto inaspettato che va a combinarsi con il tratto illuminista della maggioranza del sindaco De Toni che permette al Friuli di uscire dal concentrato di naftalina che si respirava con la giunta precedente. Insomma Udine concede il patrocinio al Pride Fvg di Pordenone assieme ai comuni di San Vito al Tagliamento, Doberdò del Lago, Comeglians, Duino Aurisina, Fiumicello-Villa Vicentina, Resia, Monrupino, Sagrado, Savogna d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Staranzano e Turriaco. Si tratta, indicano gli organizzatori, del momento di massima espressione dell’orgoglio, della visibilità e delle rivendicazioni della comunità LGBTQ IA+ della Regione.