L’inclinazione “moderata” di Fratelli d’Italia risulta tale solo sulla carta. L’elezione per acclamazione della segretaria cittadina di Udine di Ester Soramel non ha fatto altro che alimentare i veleni e le ruggini fra gli iscritti che un congresso unitario ha portato con sé. E’ dimostrato dalle reazioni di alcuni esponenti rispetto all’intervista della neo segretaria apparsa oggi sul Messaggero Veneto. C’è un passaggio clamoroso che, letto politicamente, contiene un messaggio decisivo rispetto a chi, fino ad oggi, ha creduto nel progetto politico di La Russa, Fini e Meloni. La pasionaria dei Benito Remix udinesi, colei che si era recata al museo del pazzoide a Predappio in devozione alla sua crapa dichiara al giornale a proposito del suo nuovo incarico: “Lavoro e volti nuovi nuovi”. In pratica si rottama il passato. Ma il passaggio che ha fatto imbestialire coloro che tengono o hanno tenuto il punto in città rispetto alla collocazione a destra è questo, in risposta a questa domanda del giornalista: “C’è bisogno di un ricambio generazionale?“. La secondina dei Benito Remix udinesi risponde: “Non per niente nel direttivo di Fratelli d’Italia ci sono tre uomini e altrettante donne in grado di portare esperienze, capacità professionali (letto i nomi? ndr) e anche visioni nuove (…)”. L’affermazione, letta politicamente, liquida e rottama tutto il lavoro svolto fin qui dai consiglieri, dai militanti, dagli iscritti che hanno tenuto alto e si sono mobilitati per segnare l’attività politica di Fratelli d’Italia in Friuli.
In un colpo solo il direttivo Soramel (leggi i nomi: Di Vico,, Donati, Pelizzo…) rottama Govetto, Pittioni, Croatto e Vidoni. Un day after velenoso. Va da sé che con queste premesse inizia la giostra delle pericolosissime faide interne. Alimentata da coloro che si sono rifiutati di votare per acclamazione.