Il consigliere Alessandro Basso in aula giovedì scorso, rivolto alle donne: «Non vi ho mica detto di stare a casa a fare il sugo». E’ bufera. Quella di ieri può essere ricordata come la domenica de “Il sugo è pronto”. Un titolo gastronomico lanciato in rete dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia che affonda le sue radici nella seduta del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia di giovedì scorso. “Il sugo è pronto” è la risposta del Benito Remix di Pordenone al putiferio sollevato in aula dalle consigliere regionali Massolino, Fasiolo e Pellegrino durante il dibattito sulle modifiche alla legge elettorale per le comunali. Tutto è nato da un emendamento presentato dall’esponente de “Il Patto per l’Autonomia”, Giulia Massolino che prevedeva di sostituire la parola ‘candidato’ con le parole “persona candidata“. La consigliera di ‘Alleanza Verdi Sinistra’ Serena Pellegrino spiega l’accaduto: «Durante il dibattito, il consigliere Alessandro Basso ha espresso lungamente il suo disappunto sulla questione minimizzandola e facendo, a microfono aperto, dell’ironia affermando che la qualità delle donne non si traduce con la desinenza. Il consigliere di Fratelli d’Italia, off line, ha proseguito con fare canzonatorio affermando: ‘Non vi ho mica detto di andare a casa a fare il sugo‘. Questa risposta – osserva Serena Pellegrino – la trovo offensiva nei confronti delle donne presenti in Consiglio regionale, soprattutto in quanto rappresentanti di tutte quelle donne che si spendono, quotidianamente, in tantissime attività professionali che oramai, a pieno titolo, occupano. Mi auguro che chieda pubblicamente scusa del comportamento tenuto in un luogo che dovrebbe garantire legittimità e diritti civili trasversali». La replica di Basso alle accuse è arrivata ieri ed è stata pubblicata sul suo profilo fbook col titolo: “Il sugo è pronto” (vedi foto). Ma la consigliera del gruppo Avs rincara la dose: «Quello di Basso è un atteggiamento di bieco maschilismo che non è stato stigmatizzato da nessun esponente di Maggioranza e nemmeno dal presidente della Giunta, Fedriga, che ha dichiarato di non aver sentito, probabilmente per non pagare dazio. Spero che il consigliere Basso, che ha come segretaria nazionale una donna che autonomamente ha scelto di definirsi con l’accezione maschile, possa comprendere la gravità di quanto affermato proprio nel giorno in cui si celebra la giornata contro il razzismo e le discriminazioni». Giulia Massolino, consigliera del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg e prima firmataria dell’emendamento ribadisce: «Scandaloso quanto è stato affermato oggi in Aula, relativamente all’emendamento che abbiamo presentato per chiedere di sostituire i termini ‘il candidato’ con ‘la persona candidata’ nel disegno di legge elettorale in discussione. Le argomentazioni con le quali la destra ha giustificato la bocciatura compatta dell’emendamento – aggiunge la Massolino – erano a dir poco traballanti, ma è inaccettabile che le parole fuori microfono di un consigliere della maggioranza ‘non vi ho mica detto di stare a casa a fare il sugo’ non siano state riprese dalla presidenza del Consiglio. Lo dice la grammatica italiana, e lo ha chiarito perfettamente l’accademia della Crusca, anche per gli atti amministrativi: i femminili esistono e vanno usati. Utilizzare solamente il maschile, specialmente quando al singolare – prosegue la consigliera -, è da evitare». Per Laura Fasiolo del Pd «La risposta del consigliere di Fdi, Basso, che ha dichiarato essere a lui insopportabile la definizione di sindaca e rimandato a fare il sugo qualcuna di noi consigliere, è stata – conclude la dem – un segnale di mediocrità, offensivo e inadeguato all’Aula e ha fatto degenerare il clima». Il sugo è servito.