18 Febbraio 2025 - 5:46 pm


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ElectionUmbriaction Exxx…Polzive!!! La sconfitta di Tesei e il ristagno della Lega in Emilia e Umbria sono benzina super per i Benito Remix e i nipotini dell’intramontabile Silvio. Giorgia Meloni sgancia il petardo: Lombardia e Veneto toccano “a noi!”. Il sogno di Forza Tragica: Governare il Friuli VG.

 

Nessuno si aspettava che la candidata in quota Lega in Umbria, presidente uscente, timbrasse una sconfitta così sonora rispetto all’avversaria del centrosinistra Stefania Proietti. I termini sono impietosi: 51,13% a 46,17 pari a oltre 7.500 voti di scarto. E il resoconto sui partiti è ancora più grigio. La Lega si blocca al 7,70% (in Emilia Romagna non va oltre il 5,27) superata di ben due punti da una scintillante Forza Italia che ottiene un insperato 9,7%. Fratelli d’Italia al 19,44%. Va da sé che all’interno dell’alleanza qualcuno ha già iniziato ad agitarsi e manifestare segnali d’insofferenza verso il Carroccio. Soprattutto in vista della nuova tornata per le regionali che coinvolge anche il Friuli VG. Intanto l’anno prossimo andranno al voto Puglia, Toscana, Campania (governate dal centrosinistra) e soprattutto il Veneto. Le prime due sono considerate sfide impossibili, la terza dipende dalle mosse di Vincenzo De Luca, mentre la battaglia è aperta (non da oggi) sul successore di Luca Zaia. E la sconfitta di Tesei non facilita di certo la trattativa. Giorgia Meloni fa un ragionamento: la Lega, con queste percentuali, non può pensare di mantenere la guida di Veneto e Lombardia. Antonio Tajani, forte di una crescita costante sia in Umbria sia in Emilia-Romagna, è l’unico che ha lanciato una candidatura, quella dell’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. La Lega, però, mai come adesso dovrà aggrapparsi al Nord-est per non perdere del tutto il suo potere regionale. Oggi è completamente scomparsa dalle Regioni del Centro-Sud. Un anno fa aveva la guida della Sardegna, con il governatore Christian Solinas, e difendeva l’Umbria con Donatella Tesei: entrambe riconquistate dal centrosinistra. Insomma, senza accorgersene, il leader del Carroccio è tornato alla vecchia Lega Nord. Nelle grandi città non va meglio. A Salvini restano solo due sindaci: Michele Conti a Pisa e Alan Fabbri a Ferrara. In Umbria, Forza Italia ha ritrovato lo spirito del grande Silvio ed è registrato come secondo partito della coalizione. E’ inaspettatamente in crescita, mentre il Carroccio continua a galleggiare intorno al 7% nonostante abbia avuto in mano il potere per cinque anni. Ma la perdita della Regione è, sopra ogni cosa, un colpo durissimo al progetto di Lega nazionale che costringe il suo leader a concentrarsi sul Nord. Dove? ovviamente in Veneto, ultima linea difensiva della Lega. E qui Tajani ha già fatto sapere che intende candidare alla presidenza il coordinatore azzurro Flavio Tosi. Stesso obiettivo per Giorgia Meloni che avrebbe già il candidato per il Veneto: Luca De Carlo, coordinatore regionale dei Benito Remix. Luca Zaia sulla graticola. E i riflessi di queste fibrillazioni raggiungono il Friuli. La scadenza è lontana, 2028, ma non per questo le aspirazioni presidenziali per il dopo Fedriga devono essere ignorate. Se la presidente del consiglio riuscisse a strappare la candidatura in Veneto o Lombardia non è detto che in Friuli scatti un combinato disposto che faciliti la candidatura di un esponente di Forza Italia. Del resto gli azzurri di Zio Tajani, dopo il voto in Emilia e Umbria, sono il secondo partito della coalizione. Silvio, da qualche parte dell’universo, sta già organizzando un Bunga Bunga elettorale. 

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