La relazione è stata illustrata ieri a Trieste nella sede della Banca d’Italia, titolo: “Economia del Friuli Venezia Giulia, aggiornamento congiunturale”. Il direttore della sede ha rimarcato: «L’economia è, di fatto, stagnante, un comparto industriale che arretra in quasi tutti settori ma sostenuto dalle costruzioni, alimentate dal superbonus e poi dal PNRR». I contenuti dello studio si basano su dati dei primi sei o nove mesi del 2024, e su un’indagine svolta su un campione d’imprese: il giudizio generale è quello di un’economia che non riparte, stagnante, a fronte di una crescita del resto del paese, anche se inferiore a un decimo di punto, rispetto allo stesso periodo del 2023. «Il rallentamento – ha sottolineato Martella – dipende da un quadro internazionale debole», che avrebbe penalizzato in particolare le imprese della regione che puntano molto sull’export: «la dinamica positiva nei servizi e nelle costruzioni si è contrapposta alla flessione nei comparti industriali, a eccezione dell’agroalimentare e della cantieristica navale». A pesare sui dati delle imprese sono stati anche gli alti costi dei finanziamenti e materiali, ma anche una domanda che rimane incerta anche se, hanno specificato gli esperti della Banca d’Italia di Trieste, fra gli imprenditori c’è qualche attesa di ripresa legata alla possibile stabilizzazione del quadro internazionale, e anche ai possibili incentivi europei per la riduzione dei costi energetici. Nella manifattura il valore aggiunto era già in calo dal 2022, e si sta protraendo da quasi due anni, con una flessione del fatturato in quasi tutti i comparti (soprattutto per il calo della domanda estera) del 10,9 per cento al netto della cantieristica, con flessioni importanti nella metallurgia e nell’elettronica. A salvare l’economia dal segno meno c’è però il settore delle costruzioni, che ha beneficiato del superbonus negli anni passati e ora sfrutta l’onda dei finanziamenti del PNRR che hanno favorito gli investimenti pubblici di Regione e comuni, portando la crescita al 22,8 per cento. Ma è il comparto industriale quello che determina il Pil friulano. E, dall’analisi emergono dati incontrovertibili: siamo rimasti ingessati. E quanto “pesa” il NO di Fedriga e Bini (neanche una telefonata ai vertici della Danieli) al progetto dell’acciaieria green di Marano Lagunare? Si trattava di uno stabilimento green alimentato a forno elettrico a ciclo unico in grado di produrre a regime di 2,7 milioni di tonnellate di nastri d’acciaio all’anno. Era previsto l’impiego di 700 dipendenti diretti con possibilità di arrivare a 1.400 con l’indotto. Se può confortare “Il Friuli Venezia Giulia è la regione a più alto delta di crescita turistica negli ultimi anni grazie a carte vincenti tra le quali l’attività promozionale di un territorio ricco e variegato, gli incentivi regionali al miglioramento della ricettività e il ruolo ritagliato a Trieste Airport, ma non ci accontentiamo dei risultati raggiunti e siamo concentrati su ciò che va ancora migliorato”. Lo ha detto il governatore Massimiliano Fedriga al convegno “Travel#” al Portopiccolo di Sistiana.