Nel corso del congresso sulla pneumologia “PneumoTrieste” che si è svolto a Trieste è intervenuto il presidente Fedriga per spiegare che “una riforma della medicina del territorio va fatta” e ha auspicato la collaborazione della rappresentanza sindacale dei Medici di Medicina generale, per riscoprire un ruolo sempre più importante perché sono mutate le condizioni anagrafiche e sociali e la cronicità necessita di risposte drasticamente differenti da quelle offerte da un modello che non risponde più a bisogni crescenti” ha aggiunto Fedriga, citando tra le sfide anche quelle dell’appropriatezza delle prestazioni. Nel suo intervento il governatore ha evidenziato il rilievo che assume l’alleanza virtuosa fra sanità pubblica e ricerca scientifica. Gli ospedali universitari – motori della ricerca traslazionale e della “ricerca al letto del malato” – costituiscono laboratori d’eccellenza; ma l’intera rete dei servizi, dagli hub e spoke alla medicina territoriale, può e deve partecipare e beneficiare di questa cultura dell’evidenza, facendo della ricerca una componente irrinunciabile del servizio sanitario pubblico. Per il Dem Diego Moretti queste proposte sono solo annunci: «La situazione di grave carenza sul territorio dei medici di medicina generale ha ormai assunto dimensioni emergenziali e nemmeno gli Asap (soluzione del tutto temporanea) sono da tempo più sostenibili. Anche sulle Case della comunità siamo in ritardo. In barba agli appelli di condivisione e serietà nell’approccio su un tema come la salute – incalza Moretti – , Fedriga, Riccardi e la Maggioranza hanno deliberatamente ignorato ogni nostra proposta (fatta anche nelle ultime due leggi di stabilità) volta ad attrarre nuovi medici e invogliare nuovi professionisti a scegliere percorsi di medicina generale. Che oggi, davanti a un palco di professionisti della salute, il presidente ribadisca concetti di cui sentiamo parlare da anni senza che mai vi sia stato alcun pacchetto di proposte ma solo annunci, fa pensare alla reale volontà di affrontare questa ed altre questioni. Forse il terzo mandato – conclude Moretti – lo sta distogliendo troppo dai temi veri». E sulla palesata riforma della sanità regionale annunciata dall’assessore Riccardi intervengono alcuni esponenti dei Comitati: “La riforma della sanità regionale annunciata dall’assessore Riccardi si basa essenzialmente su ulteriori tagli agli ospedali per spostare risorse su una sanità territoriale che è però ancora tutta da inventare e sperimentare. Questa seconda riforma targata Riccardi è una dichiarazione del “dover essere” in quanto non esiste un documento programmatico che partendo dall’analisi dei dati arrivi a definire obiettivi raggiungibili e misurabili, e ne simuli e preveda l’impatto organizzativo. Del resto, non dimentichiamo che la prima riforma della sanità di Riccardi varata nel 2019 aveva ricevuto le stesse critiche di oggi, ovvero la mancanza di una seria pianificazione, e abbiamo visto come è andata a finire».