25 Marzo 2025 - 5:04 pm


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CisintATuttoSprint Exxx…Polzive!!! La faraona dei cantieri, eletta sindaco col 72% dei voti, replica alla filippica “politicamente corretta” apparsa sul “Il Foglio” di ieri. “La legge sui ricongiungimenti ha messo in crisi la sanità, servizi sanitari, scolastici e abitativi”. Il rifiuto all’integrazione.

 

Il saggista napoletano Antonio Pascale ha raccontato ieri su “Il Foglio” l’Italia che verrà. Un lungo excursus visto dal laboratorio Monfalcone, luogo di incroci e di industria, di innovazione tecnologica e culturale. “Questo luogo è un laboratorio”, scrive Pascale. “Qui si studiano sia i confini (…) e dal mio punto di vista altro non è che una proiezione dell’Italia che vedremo da qui a qualche anno”. Ne è venuto fuori un atto d’accusa verso l’europarlamentare e già sindaco della città dei cantieri Anna Cisint che definisce il reportage del Foglio, «più fiction che realtà, gioco degli specchi fra banali e sinistri luoghi comuni e oggettività manipolata a sostenere la tesi che esiste una località dove i pomodori cedono il terreno ai cavoli e dove i bengalesi giovani e forti si trasformano in opulenti cittadini modello e si battono contro un primo cittadino che impedisce di sedersi sulle panchine pubbliche». Per la neo europarlamentare della Lega è l’occasione per rilanciare le proprie battaglie. «A Monfalcone restano le contraddizioni di modelli produttivi di sfruttamento ottocenteschi; luogo di una delle presenze migratorie regolari più alte del nostro Paese, che deve fare i conti con il rifiuto a ogni disponibilità all’integrazione dell’integralismo islamico. A Monfalcone dall’inizio degli anni Duemila, è avvenuto che Fincantieri ha progressivamente dismesso l’impiego diretto di maestranze locali per affidare la produzione a un sistema di appalti e subappalti che ha fatto arrivare migliaia di stranieri bengalesi dalla nazione più povera del mondo. Si è creato un contesto dove si alimentano con il peggior dumping salariale e contrattuale, lo sfruttamento dei lavoratori. Una legge assurda che consente ricongiungimenti facili, ha fatto proliferare nuclei familiari poverissimi, che stanno svuotando i bilanci municipali per i sostegni al welfare – altro che ricchezza per il territorio – e messo in crisi la sanità, i servizi sanitari, scolastici, abitativi. Nello stesso tempo, il rifiuto a ogni forma di integrazione da parte degli islamici nel rispettare i nostri ordinamenti, la nostra cultura, le nostre norme urbanistiche – che pur si sono impegnati a seguire al momento della richiesta del permesso di soggiorno – ha generato una condizione di comportamenti inaccettabili per le nostre leggi e per l’’incolumità pubblica. Se anche un quotidiano come il Foglio – conclude Cisint – scopre che c’è qualcosa di nuovo e importante “dove partono i bastimenti per luoghi assai lontani”, è perchè l’azione politica locale ha saputo rompere gli stereotipi e i luoghi comuni per affrontare le questioni senza infingimenti e subordinazioni ai condizionamenti della Grande Fabbrica e del Politicamente Corretto”.

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