Tutte le associazioni radicali del FVG hanno commemorato quest’oggi i soldati del Commonwealth sepolti nel cimitero di guerra di Tavagnacco.
Oltre agli esponenti radicali, alla cerimonia erano presenti il consigliere regionale del PDL Roberto Asquini e il candidato a sindaco di Udine Enzo Cainero. Leonarduzzi ha dichiarato che questo è il segno della lunga e sanguinosa campagna che gli alleati hanno condotto e di quanto costoso sia il prezzo della libertà. Ci sono più di 400 giovani soldati sepolti che sono partiti da paesi lontani con il coraggioso impegno di liberare le nostre zone dal giogo e dal terrore del nazi- fascismo. La festa della liberazione, per noi radicali, ha anche un doppio significato, quello di ricordare l’occupazione Russa in Cecenia, i giornalisti uccisi, la verità negata su Antonio Russo, il bavaglio alll’informazione.
Liberazione per il Tibet, per il Darfur e anche per il Medio Oriente, battaglie che rappresentano la storia radicale di questi ultimi anni.
Asquini ha ricordato che la Liberazione deve essere un patrimonio di tutti e non solo di una parte politica. Grazie agli alleati il nostro paese ha sventato il pericolo di passare da un totalitarismo all’altro, dal nazismo al comunismo.
Infine Giuseppe D’Anzul ha colto l’intimità del sacrificio degli alleati e il significato, estremamente interiore della liberazione.
Un grazie particolare a Valter Beltramini che imperterrito ci ricorda ogni anno l’importanza questa cerimonia, a Marco Gentili, Lorenzo Cenni, Walter Mendizza, Luca Osso, Il Barazz, John Fischetti, gli amici di Pordenone, Santarossa assente giustificato. E tutti coloro che sono intervenuti. Al prossimo anno.
Oltre agli esponenti radicali, alla cerimonia erano presenti il consigliere regionale del PDL Roberto Asquini e il candidato a sindaco di Udine Enzo Cainero. Leonarduzzi ha dichiarato che questo è il segno della lunga e sanguinosa campagna che gli alleati hanno condotto e di quanto costoso sia il prezzo della libertà. Ci sono più di 400 giovani soldati sepolti che sono partiti da paesi lontani con il coraggioso impegno di liberare le nostre zone dal giogo e dal terrore del nazi- fascismo. La festa della liberazione, per noi radicali, ha anche un doppio significato, quello di ricordare l’occupazione Russa in Cecenia, i giornalisti uccisi, la verità negata su Antonio Russo, il bavaglio alll’informazione.
Liberazione per il Tibet, per il Darfur e anche per il Medio Oriente, battaglie che rappresentano la storia radicale di questi ultimi anni.
Asquini ha ricordato che la Liberazione deve essere un patrimonio di tutti e non solo di una parte politica. Grazie agli alleati il nostro paese ha sventato il pericolo di passare da un totalitarismo all’altro, dal nazismo al comunismo.
Infine Giuseppe D’Anzul ha colto l’intimità del sacrificio degli alleati e il significato, estremamente interiore della liberazione.
Un grazie particolare a Valter Beltramini che imperterrito ci ricorda ogni anno l’importanza questa cerimonia, a Marco Gentili, Lorenzo Cenni, Walter Mendizza, Luca Osso, Il Barazz, John Fischetti, gli amici di Pordenone, Santarossa assente giustificato. E tutti coloro che sono intervenuti. Al prossimo anno.
Foto: Walter Mendizza
