Ieri il capo dello Stato è salito in Carnia ad Ampezzo per celebrare l’anniversario della prima “Repubblica libera” del Nordest. Mattarella ha ricordato le parole di Lestani, presidente dell’Anpi regionale, l’associazione dei partigiani che, pochi giorni fa, ha fiancheggiato la carovana del “Fvg Pride” di Lignano in cui il capo dello stato è stato offeso da un militante filopalestinese: “Mattarella è un fascista”. Non una parola contro Karem Rohana è stata pronunciata dall’Associazione partigiani. Il presidente è un galantuomo e non ha ricordato a quelli dell’Anpi cosa c’entrassero i partigiani con una manifestazione in difesa delle libertà individuali mascherata da paranoie politiche. Un atteggiamento ipocrita su cui è sorvolato il galantuomo siculo. Per questo motivo, malgrado la massiccia presenza di esponenti del centrosinistra regionale ad Ampezzo, Serracchiani in testa, i moscoviti non toccheranno palla per un bel pezzo. Un brano dell’intervento del capo dello Stato:
«Oggi la Repubblica, qui, in Friuli, riconosce in queste popolazioni, in Carnia, radici della nostra Costituzione, che alimentano la nostra vita democratica. Oggi, qui, ad Ampezzo, rendiamo onore ai Friulani che, con la Repubblica Partigiana della Carnia e dell’Alto Friuli, vollero battersi per la loro terra, per le loro radici, per quei valori di solidarietà che hanno sempre caratterizzato la convivenza tra queste montagne. Una Repubblica, anello di quella corona di “zone libere” che avrebbe contribuito a dare il senso del nascere, dopo quello dissoltosi nell’estate del 1943, di uno Stato “nuovo”, con un ordine costituzionale che non vedeva più sudditi, bensì cittadini. Quale era la percezione della vita democratica nel 1944? Dopo venti anni di dittatura in cui la memoria dell’ordinamento democratico era stata rimossa, occorreva far ritrovare ai cittadini il sentimento della libertà. Anche a questo corrispondeva il proposito di dar vita nelle zone libere alle forme di autogoverno che, ai comandi del Corpo Volontari Libertà, univano la costituzione di organi di potere popolare per regolare l’amministrazione della vita delle comunità locali. Fu così qui in Carnia, dove le donne furono protagoniste per la prima volta nel voto, espresso nelle assemblee dei capifamiglia, e nella organizzazione del soddisfacimento dei bisogni della popolazione, ricordava poc’anzi la Presidente Regionale dell’ANPI». L’Anpi al Pride di Lignano dominato dagli ayatollah progressisti, ridotta a zerbino e costretta a portare solidarietà al popolo palestinese e scandalosamente complice degli insulti a Mattarella.