16 Gennaio 2025 - 3:51 pm


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CommediaCanoneRai Exxx…Polzive!!! La tassa più odiata dagli italiani fa saltare i pistoni agli eredi di Silvio Nostro. Ma non era il partito antitasse? Tajani sempre più in rotta di collisione con Giorgia Meloni dei Benito Remix. In commissione gli azzurri hanno votato con l’opposizione. Un’alleanza non è per sempre. Resa dei conti a Pordenone e Monfalcone con orizzonte provinciali.

Il rumore di petardi era già stato avvertito alcuni mesi fa a Monfacone a proposito del caso del presidente del consiglio Del Pizzo che gli alleati volevano impallinare. La coordinatrice regionale Fvg degli azzurri Sandra Savino respinse l’assalto: “Ciro resta al suo posto. Non siamo una caserma: Le idee si esprimono”. Oggi la schermaglia si trasferisce dalla città dei cantieri al cuore della politica, Roma. Il nodo della contesa non è Del Pizzo ma il canone Rai, la tassa più odiata dagli italici. Val la pena ricordare che quando si vociferò, per la prima volta, della riduzione del canone Rai (decisione che andrebbe a detrimento di Mediaset, causa dell’innalzamento del tetto pubblicitario per la tv pubblica), Striscia la Notizia diffuse i celebri fuorionda di Giambruno in modalità provolone affumicato, che ciancava di “threesome”, “foursome”, e sentenziava: “Qui si scopa”. Ora, al nuovo assalto sulla tassa più odiata dagli italiani, Forza Italia ha votato compatta con l’opposizione in Commissione bilancio. Tajani aveva avvertito: “Via il taglio del canone Rai dal decreto fiscale o votiamo contro. Aut aut di Forza Italia contro la Lega che chiede di prorogare anche nel 2025 il taglio del contributo in bolletta per la Tv pubblica da 90 a 70 euri. L’avviso di Tajani è rivolto anche a Giorgia Meloni, non solo a Salvini, Non la prima volta, ma per Giorgia Meloni quest’ultima battaglia è più allarmante del passato. La resistenza di Antonio Tajani sul canone è strenua, apparentemente incrollabile. Il rapporto tra la presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri non è più come quello di un tempo. Tajani sarebbe costretto, per ragioni politiche e di tenuta interna, ad interpretare la sensibilità del “partito azienda”. Zio Antonio sarebbe tornato alla carica con l’obiettivo di provare a bloccare una misura che potrebbe avere effetti diretti e indiretti nefasti su Mediaset. Poi c’è la questione di “Noi moderati” di Maurizio Lupi che, a quanto pare, Giorgia Meloni avrebbe aperto coi minuscoli moderati una linea privilegiata. Ma c’è un’altra “chiodo” che punge la maggioranza. Pesa in queste ore la convinzione che Tajani si muova con questa decisione perchè ormai determinato ad aprire la partita del rimpasto, con l’obiettivo di affermare il sorpasso del suo partito ai danni della Lega. Le manovre non sono passate inosservate in Friuli dove tutto è pronto per le comunali di Pordenone e Monfalcone e, in prospettiva, le tanto attese provinciali. In riva all’Isonzo alcuni petardi sono già esplosi. E non erano quelli delle festività natalizie. 

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