Lo stop ai parti del Policlinico è previsto dal 16 giugno. La decisione ha sollevato tensioni e malumori in tutta la provincia. La sensazione è che la destra Tagliamento sia considerato dalle istituzioni come un territorio di serie B. Mentre in provincia di Udine restano attivi quattro punti nascita, nonostante Tolmezzo e Latisana non superino i 500 parti, la soglia minima secondo la normativa per garantire adeguati standard di sicurezza. In provincia di Pordenone, dopo lo stop di San Vito nel 2023 e l’imminente sospensione del San Giorgio, rimarrà soltanto quello del Santa Maria degli Angeli. Disparità territoriale. Sale sulle barricate il sindaco di San Vito Alberto Bernava che affronta con dettagli decisivi la questione. «La provincia di Pordenone, con oltre 300 mila abitanti – osserva – resterà con un solo punto nascita, mentre a Udine (500 mila abitanti), ne rimarranno attivi quattro. A Udine si fanno più figli? I numeri non lo confermano. Emerge una profonda disparità territoriale». L’assunzione da parte di Asfo di 17 professioniste dal policlinico, rappresenta per Bernava l’occasione di avviare un ragionamento sulla riapertura del punto nascita di San Vito, chiuso nel 2023 «perché non ci sarebbe stato il numero di personale idoneo per garantire adeguati standard di sicurezza». La proposta del primo cittadino prevede l’istituzione di una struttura complessa a Pordenone e una semplice a San Vito, capace di garantire un secondo punto nascita in sinergia con il consultorio. «Abbiamo infrastrutture già pronte – ha concluso Bernava – e già dimostrato di poter contribuire a contenere la fuga verso il Veneto». La proposta è sostenuta anche dal comitato Salute pubblica.Osservando i numeri dei nati nel 2024 in provincia di Pordenone, il punto nascita dell’ospedale ha raggiunto quota 1.337 mentre il policlinico ha superato nuovamente quota 700. In provincia di Udine, invece, il Santa Maria della Misericordia ha raggiunto i 1.611 parti, San Daniele ha superato i 500, mentre Latisana (455) e Tolmezzo non superano le 500 unità.
A chi lo accusa che l’operazione pordenonese ha penalizzato la provincia, l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi risponde ribadendo «che si tratta di una decisione che porterà l’ospedale a essere uno dei punti nascita all’avanguardia». «Pordenone si è dimostrata responsabile – ha concluso – strutturando condizioni sostenibili per dare risposte più sicure alle mamme ai loro bambini». Delli Quadri, responsabile sanità del PD, aggiunge: “Fedriga e Riccardi dovrebbero «occuparsi sul serio degli operatori che fuggono da tutte le strutture del servizio pubblico». Anche il consigliere regionale Marco Putto (Patto per l’Autonomia civica Fvg) critica la decisione di sospendere il punto nascita del San Giorgio, chiedendo «la riapertura di quello di San Vito, presidio fondamentale per tutto il Friuli Occidentale» .