Tutto da rifare a partire da un’approfondita valutazione dei titoli dei candidati. Il centro di riferimento oncologico di Aviano (Pn) di nuovo nella bufera. Si tratta del concorso per addetto stampa e comunicazione che gli uffici avevano istruito all’inizio dell’anno e che è finito stritolato da segnalazioni, diffide e ricorsi nei tribunali amministrativi. La selezione era stata vinta dall’udinese Silvia De Michielis ma alcuni candidati avevano presentato ricorso al Tar di Trieste rispetto ai profili professionali presentati dalla vincitrice. Infatti il Tar ieri ha accolto le istanze presentate dalla candidata Irene Giurovich, assistita dall’avvocato Luca De Pauli dello studio Ponti&Partners. Le motivazioni sono clamorose: “Per quanto la comparazione tra i profili professionali dei candidati costituisca esercizio di discrezionalità tecnica (…), le doglianze della ricorrente trovano, nel caso di specie, una conferma documentale immediata ed oggettiva, di consistenza tale da non poter essere neutralizzata in nome della naturale e ineliminabile relatività dei giudizi o del doveroso rispetto del merito tecnico-amministrativo”. I giudici puntano il dito contro la commissione esaminatrice che ha, con il suo esito, alimentato il sospetto di valutazioni superficiali e sbrigative, se non addirittura arbitrarie, che hanno minato la regolarità dell’intera attività di esame e comparazione dei curricula. Il Tar mette in evidenza le carenze curriculari della vincitrice: “La Commissione esaminatrice, nel valutare il curriculum vitae della controinteressata, ha valorizzato le sue “collaborazioni con società scientifiche, nazionali ed internazionali”. Oltre ad alcune esperienze lavorative presso emittenti televisive o testate giornalistiche locali, la ricorrente ha dichiarato di aver fatto parte dell’Ufficio stampa di “Associazione Alzheimer Udine” e “Staffetta Telethon Udine”. Tali attività, svolte – rispettivamente – nell’ambito di una organizzazione di volontariato locale e di una manifestazione sportiva locale a carattere benefico, sebbene di ambito coerente con la professionalità ricercata dal CRO di Aviano, certo non sono qualificabili come “collaborazioni con società scientifiche, nazionali ed internazionali”. Nella domanda, come nei successivi chiarimenti forniti su richiesta dell’Ufficio, non risultano ulteriori attività scientifiche o professionali oltre quelle già menzionate, cosicché il significato del riferimento rimane del tutto oscuro. Dal canto suo Irene Giurovich dettaglia: «Non si evince in nessun documento il criterio adottato per valutare obbligatoriamente i titoli prodotti né la valutazione data a tutto ciò, valutazione che sembra essere stata dimenticata, violando i termini stessi del bando pubblico. C’è di più: “documentata competenza” significa produrre dei lavori. La mia attività è stata inequivocabilmente prodotta, tant’è che nessuna mail di chiarimenti mi è stata inviata, alla luce del fatto che i miei titoli e le mie esperienze soddisfacevano abbondantemente i requisiti previsti dal bando. Nei documenti che avete inviato non vedo nulla della candidata De Michielis che sia rispondente a quanto richiesto dal bando di minimamente paragonabile alle esperienze prodotte dagli altri due candidati presenti al colloquio, tanto è vero che avete dovuto chiedere l’integrazione alla candidata individuata, in contrasto con lo stesso bando di gara».