Dopo l’infelice parentesi della maggioranza Fontanini, a Udine ritornano a splendere le tonalità occidentali dell’Illuminismo. Come riporta “Il Gazzettino” di oggi, il sindaco De Toni potrebbe portare all’esame della giunta della prossima settimana, la proposta di “affiancare” il Gay Pride del prossimo 10 giugno a Pordenone. Il capoluogo friulano torna ad essere così l’unico avamposto laico, liberale, occidentale della regione. I cloroformizzati del centrodestra di Gorizia (lo scorso anno), Pordenone e Fedriga stesso in Regione, avevano già negato l’appoggio e il patrocinio alla parata della Comunità Lgbtqia+. Va aggiunto che il comune di Udine ha inserito, nelle linee programmatiche, la partecipazione alla rete delle amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Profili culturali democratici che il sindaco Fontanini aveva deliberatamente cancellato. In quanto alla politica, il Terzo Polo ha convocato per domani alle 13.30 all’Astoria di Udine una conferenza stampa in cui sarà presente il sindaco. Molto probabilmente verrà annunciato l’ingresso di Alessandro Colautti in consiglio in ragione del fatto che l’assessore Andrea Zini potrebbe dare le dimissioni da consigliere comunale viste le deleghe di livello cui si deve sobbarcare (edilizia privata, pianificazione territoriale…). Colautti, già due volte consigliere regionale, farebbe il suo ingresso per la prima volta nel consiglio comunale di Udine. Questo è anche l’anno del rinnovo dei vertici del Cafc. Il Cda scade con l’approvazione del bilancio 2022, i soci sono i 122 comuni, la Comunità della Carnia e il Gemonese; presidente, al secondo mandato, è l’ex sindaco di Latisana Salvatore Benigno.