Julian Assange è libero e ha lasciato il Regno Unito e la prigione vicino Londra dove era stato incarcerato per cinque anni, ha annunciato oggi WikiLeaks dopo la notizia dell’accordo di dichiarazione di colpevolezza raggiunto con la giustizia americana. Il fondatore di Wikileaks “ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo avervi trascorso 1901 giorni. L’aereo di Assange è arrivato nella tarda serata italiana sulle isole Marianne, territorio americano nel Pacifico. Il 52enne fondatore di Wikileaks è arrivato su un jet privato all’aeroporto di Saipan. Mercoledì ci sarà l’udienza dove, in virtù del patteggiamento, sarà condannato a 5 anni che ha già scontato in un carcere britannico, quindi Assange sarà libero e potrà partire per l’Australia il giorno stesso. L’opinione di Giuliano Ferrara sul caso:
«Se il leak diventa tutto, automatismo digitale e delazione a tradimento, e se nasce e fa fortuna nell’interesse dei nemici della democrazia, con gravi pericoli per chi la difende anche con il segreto, ci vuole una bella faccia tosta per spacciare questa paccottiglia per giornalismo di denuncia. Assange se l’è infine cavata, come i suoi omologhi prima di lui. In democrazia la giustizia (colpevole) e la grazia (libero) possono procedere di pari passo, e devono. Ma prima di erigere un monumento ai ficcanaso che odiano il nostro modo di vivere e di sostenere anche con la forza necessaria le nostre libertà, che altrimenti farebbero la fine che fanno nei paesi autocratici, bisogna pensarci due, tre, cento volte».