Nessuna censura in Rai. Basta con le aggressioni. Il direttore generale dell’azienda pubblica radiotelevisiva Giampaolo Rossi interviene sulla vicenda del monologo di Antonio Scurati, non andato in onda su Rai3. E non è cosa consueta. Ma il manager, con la nota diramata nel pomeriggio, sembra voler precisare due punti. «In queste ore – scrive – in cui si susseguono notizie inverosimili e ricostruzioni surreali, mi trovo costretto ad intervenire per cercare di frenarel’ennesimo tentativo di aggressione nei confronti della Rai». E prosegue: «E’ in atto un’istruttoria per verificare se ci siano stati errori relativi alla mancata partecipazione dello scrittore Scurati alla trasmissione “Chesarà…” di Serena Bortone, partecipazione che era prevista nel comunicato stampa ufficiale uscito la sera prima della puntata in questione». Un passaggio quest’ultimo, che è già una conclusione: il programma, si legge tra le righe, non era stato cancellato. È una difesa dell’operato dell’azienda svolto in questo anno in cui la Rai è stata governata da un cda a maggioranza di destra. Per Rossi, oggi «il palinsesto e la programmazione del servizio pubblico dimostrano pluralismo, varietà di punti di vista, di visioni e culture, finalizzate a garantire la maggior eterogeneità di racconti possibile». Il dg rivendica il lavoro svolto«mentre imperversa su giornali e televisioni concorrenti l’ennesimo attacco strumentale alla Rai: dal nuovo piano industriale con la prevista trasformazione dell’azienda in “digital media company”, all’«approvazione da parte del Cda del bilancio, con un rafforzamento dei fondamentali economici». Un lavoro, conclude Rossi, «di cui ovviamente non c’è traccia nel dibattito attorno all’azienda». A questo punto non resta che attendere gli esiti dell’istruttoria.