Le 5 persone interessate, tutte straniere, sono ritenute responsabili di avere costituito e fatto parte di una cellula dedita alla promozione, al consolidamento e al rafforzamento delle formazioni di Al Qaeda e Stato Islamico. Uno di loro, turco, è residente a Monfalcone. A far scattare gli arresti è stato il Ros dei Carabinieri, che ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bologna su richiesta della Procura bolognese, Dipartimento antiterrorismo. Sull’operazione della polizia interviene l’europarlamentare Anna Cisint che ricorda la grave situazione di Monfalcone sulla deriva islamica che lei ha, da sindaco, in prima persona vissuto: ricorda: «L’operazione antiterrorismo in corso condotta dai Ros dei Carabinieri che coinvolge anche un immigrato musulmano a Monfalcone mette in luce elementi di grave allarme sui rischi rappresentati dalla massiccia presenza di islamici e dal loro preoccupante atteggiamento da tempo manifestato nella nostra città. Questa vicenda, conferma anzitutto la presenza di un’ideologia radicalizzata nell’ambito di queste comunità nel contesto di una rete nazionale dedita alla promozione e al rafforzamento delle formazioni terroristiche “Al Qaeda” e “Isis”, che sono state protagoniste dei tanti attentati che in questi anni hanno funestato l’Europa con lutti e violenze. Si dimostra in questo modo che l’arrivo indiscriminato di manodopera straniera anche se regolare – che ha reso Monfalcone una delle realtà italiane con la maggior percentuale di islamici sulla popolazione – diventa un fattore non solo di instabilità sociale, ma anche di minaccia alla sicurezza e all’incolumità. Non sono più solamente le grandi metropoli, come Milano e Bologna, i luoghi di insediamento e occultamento di queste cellule e ciò deve far riflettere sulla strategia invasiva di chi punta a sovvertire i nostri valori nel nome della sharia e che ora prende di mira proprio i territori dove le istituzioni si oppongono alle pratiche integraliste. In questo senso è legittimo chiedersi quanto possa aver inciso anche il clima di contrapposizione alimentato dai centri islamici locali che esattamente un anno fa, il 23 dicembre, avevano organizzato una manifestazione facendo confluire migliaia di immigrati da tutta Italia, cui erano seguite le minacce di morte che mi hanno costretto alla scorta personale. Peraltro, va rilevato che uno dei giovani arrestati lavorava in un locale a fianco proprio dell’ingresso nel palazzo municipale».