Che la regione avesse a cuore lo sviluppo delle aree industriali e del settore metallurgico, non c’era bisogno di aspettare la commissione congiunta del consiglio regionale svoltasi oggi a Trieste. Che la regione avesse messo in pausa un progetto da due miliardi di euri, affidando la decisione finale alla volontà popolare, è una novità assoluta che va sigillata e conservata negli annali del Friuli. Anzi della ritrovata “Patria del Friuli” che l’assessore Bini oggi ha esaltato e onorato nella sua esposizione. Ha detto l’assessore: “Dobbiamo ascoltare il territorio prima di prendere qualsiasi iniziativa”. Tutti i salmi finiscono in gloria e l’esponente della giunta Fedriga ha combinato i fondamentali keynesiani e l’autonomia dei comuni al coté neoliberista dell’Unione Europea. Costi troppo elevati (circa 250 milioni di investimento) e tempi tecnici impossibili da rispettare hanno bloccato definitivamente il progetto di una nuova acciaieria a San Giorgio di Nogaro. Tuttavia il percorso di sviluppo dell’area non è stato abbandonato. Se ne è accorto Pietro Del Frate. Il sindaco di San Giorgio di Nogaro, colui che più di altri è rimasto in prima linea in questi mesi, sgombra il campo dal fanatismo ideologico dei Comitati e ragiona in termini laici e illuministi come insegna la scuola Democratica Popolare da cui proviene. Riflette il sindaco: «Credo che per la prima volta si siano fatti degli approfondimenti (università e studi scientifici specifici) che saranno utili, non solo per capire lo stato attuale della zona industriale, ma saranno utili per capire quali saranno le possibilità di sviluppo di quell’area. Io credo che un dato vada riconosciuto, che questa regione non possa fare a meno del manufatturiero. Ma il settore deve essere accompagnato da un’economia più spinta che tenga conto del turismo, della pesca e dell’agricoltura. Teniamo presente – conclude Del Frate – che la nostra zona industriale ha la necessità di crescere e di essere adeguata dal punto di vista delle infrastrutture in particolare la questione della ferrovia che taglia il centro del paese con i treni che passano sotto le finestre». Del Frate, acciaieria o meno, insiste su questo punto che ora la regione dovrà risolvere per riqualificare la zona industriale di San Giorgio. In audizione, oltre ai sindaci, vi hanno partecipato associazioni economiche ed ambientaliste, non sono mancate le polemiche. Per Massimo Moretuzzo di Patto per l’Autonomia, la giunta dovrebbe dire no all’acciaieria innanzitutto per ragioni ambientali. La consigliera dei 5 stelle Rosaria Capozzi ha abbandonato l’aula per protesta contro i due presidenti per il mancato invito dei comitati (in realtà verranno ascoltati separatamente in una prossima commissione ad hoc, ma non si sa per dire cosa) e l’autoinvitato Aldevise Tibaldi è stato invitato ad uscire dall’aula per il disturbo che creava agli oratori. Poi è rientrato. Oggi è stata messa la parole fine al progetto da 2 miliardi di euri che l’Ucraina e Danieli avevano messo sul piatto per produrre acciaio a San Giorgio di Nogaro.