Il PD friulano si ispira ai laziali. Pare di sì poiché Alessio D’Amato, candidato del PD alle regionali Lazio, ha reso noto che da parte sua “le porte al movimento 5 Stelle sono sempre aperte”. Aggiungendo: “Se Donatella Bianchi (candidata M5Stelle) volesse fare un ticket, per me sarebbe cosa gradita”. A quel punto Calenda ha sbattuto la porta. The end.
A giudicare dal resoconto apparso oggi sul “Messaggero Veneto” rispetto alla riunione di direzione regionale del partito di Renzo Liva svoltasi ieri sera a Ronchi dei Legionari (Pd), emerge un clamoroso e significativo elemento politico. Il partito di maggioranza del centrosinistra Fvg non avrà un suo candidato presidente per le regionali né un candidato sindaco per il comune di Udine. Franco Iacop e Paolo Coppola non scaldano i cuori dei “Democratici” e il povero Venanzi è stato rosolato dai vertici regionali dei Dem. Va da sé che il malcontento, a poche settimane dalle scadenze elettorali, sale di livello. Un esponente di lungo corso riferisce: «Va bene un esterno o un civico, ma Moretuzzo, per esempio, che valore aggiunto porta? De Toni a Udine è già diverso». Questo in sintesi lo spartito interpretato in direzione ieri sera, cui vanno aggiunti i tentativi di agganciare i 5 Stelle anche se il negoziato dovesse portare alla compromissione dei rapporti col Terzo Polo-Cittadini. Per converso spuntano alcuni punti programmatici che le ali estreme della sinistra hanno presentato al PD: Riconoscimento dei diritti della comunità Lgtb, la lotta alla omolesbobitransfobia e l’attivazione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Il tempo stringe e la palla ora è finita nelle mani di Conte, spetta a lui dare le ultime indicazioni al coordinatore regionale Fvg Luca Sut.