Quasi 90 anni dopo che a Trieste vennero annunciate le leggi razziali, sempre a Trieste la giunta regionale delibera una serie di provvedimenti amministrativi che indirizzano il finanziamento pubblico verso alcune società sportive piuttosto che altre. L’ombra del razzismo sportivo incombe sul confine orientale. Si tratta di impegni economici puntuali in favore di società professionistiche, soprattutto del calcio e nella fattispecie Udinese e Triestina. Ambedue risucchiano dalla greppia regionale 1 milione 400mila euri così suddivisi: ai bianconeri 1 milione 200mila euri in tre stagioni, agli alabardati 200mila. I maligni intravedono un asse preferenziale sulla dorsale Cervignano-Trieste, fra il direttore amministrativo dell’Udinese calcio e l’entourage del presidente Fedriga. In tutto questo vortice di euri, si scopre che le associazioni sportive dilettantistiche sono alla canna del gas e ricevono solo pochi spiccioli. Risulta che anche le tre squadre di basket, Trieste, Cividale e Udine siano destinatarie di un buon gruzzolo, circa 60mila euri cadauna. Un fiume di danaro che ha creato parecchia indignazione fra i presidenti delle piccole società dilettantistiche della regione che sono l’ossatura delle comunità locali. La pratica delle varie discipline sportive come centri di aggregazione giovanile, rischia di venire pregiudicata a causa della disattenzione delle istituzioni. Un paradosso assurdo per una coalizione che basa la sua azione politica e sociale sulla famiglia. Queste associazioni, che in alcuni casi ottengono risultati molto lusinghieri, non godono di nessun aiuto economico, si reggono in piedi solo grazie alla passione di volontari e di generosi benefattori privati legati dall’affetto per la propria squadra. L’attività in forma dilettantistica del Calcio, della Pallavolo, Rugby, Atletica, Baseball, solo per citare alcune discipline, non rientra nel radar della giunta Fedriga. Nessuno vuol togliere le buone intenzioni del marketing anche se ormai il calcio si vede solo su Dazn o su Sky e, nel mondo, Udine è conosciuta più per il Far East Film che per l’Udinese calcio. Il finanziamento puntuale alle squadre è un esempio di razzismo sportivo acuito dall’introduzione dei decreti attuativi della riforma dello sport che dovrebbe disciplinare le prestazioni lavorative nelle associazioni dilettantistiche. Una mazzata per le piccole società che, dopo le difficoltà a tenere in piedi i bilanci, si devono attrezzare per adeguarsi alla nuova riforma. Alla canna del gas.