Non credo che scongiurare il pericolo di nuove elezioni significhi fare un salto nel buio. Questo è già il buio, oggi siamo nelle tenebre. Diversamente da quello che dice Pannella, di questa legislatura non c’è nulla da conservare e quindi nulla da salvare. Questa maggioranza è nata, si è formata e coalizzata solo grazie all’antiberlusconismo. Così la politica è rimasta imprigionata in una logica che ha paralizzato il paese e rivela essere la causa dello scontro permanente di tutti contro tutti, perchè alla base c’è soprattutto uno scontro di ideali e di valori. In questo si può dire che il paese non è mai stato governato. Non c’è nulla di definito, quando non c’è la meta è solo un andare, sopravvivere, galleggiare..
Un parlamento responsabile attaccherebbe il governo che si schiera assieme a Francia e Germania per abolire la facoltà di deroga contrattata tra i dipendenti e le imprese per lavorare più di 48 ore settimanali. Deroghe previste ma che il blocco dei paesi conservatori del vecchio welfare vuole abolire, mentre paesi più aperti, come Regno Unito e quelli dell’Est vogliono difendere. Ma nesuno lo dice.
Prevale il partito redistribuzionista lacrime e sangue, delle gogne, delle persecuzioni mediatiche e ispettive di cui parlava Carraro.
E’ in questo contesto di ossessione antimercatista che si inserisce e non può uscire dal radar, la questione del libero mercato e dell’art. 18. Che non vuol dire licenziamento con un cenno, ma significa dare una misura al rischio. L’impresa non è in grado di calcolare il rischio di un investimento sbagliato, non riuscito. Il licenziamnto per giustificato motivo lasciato al giudizio del giudice rappresenta un costo e un rischio illimitato per l’impresa.
Poi c’è la questione del precariato. Questa maggioranza continua a caricare di drammaticità sociale la flessibilità, inutile per costoro ricordare il trattato di Lisbona che impone dei parametri ben precisi sull’occupazione in Europa. Si altera, si creano tensioni inutili, si sente parlare di precarietà confusa con flessibilità, ma si parla e si sparla di una percezione, non si parla di uno status giuridico fissato da un contratto fra le parti con tutte le caratteristiche: ore lavorate, deduzioni, ritenute, tfr. Ma cosa c’è da difendere? se questo governo si affida a un referendum privato relativo alle pensioni e al mercato del lavoro per chiedere il lasciapassare? E’ un governo che imbroglia.
Liberare l’Italia, non moralizzare, come si legge sullo sfondo di questo palco, liberare l’Italia perchè solo un movimento che si compone delle parole liberale, liberista,libertario, può combattere un sindacato che mantiene i propri sindacalisti a carico dello stato, alla falsificazione dei patronati che organizzano e dirigono i fondi pensione per conto delle grandi banche, al giro d’affari dei Caaf, dei patronati, dei finanziamenti nelle strutture sindacali per la formazione e l’attività professionale. No ai distaccati, no all’esternalizzazione dei costi a carico dei datori di lavoro o a carico dello stato. Buon lavoro.