Sabato prossimo la Uil organizza a Roma una grande manifestazione nazionale su salute, sicurezza, diritto alla cura e sanità pubblica. Il corteo partirà da viale Aventino alle 10:30 e si concluderà a piazzale Ostiense dove interverranno i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Nel piazzale verranno allestiti 20 gazebo, uno per ogni regione, con le criticità dei diversi sistemi sanitari regionali. Quello del Friuli sarà coperto dai dossier relativi allo stato della sanità pubblica in regione. «I temi della mobilitazione – ha dichiarato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri – riguardano anche il diritto alla salute, la voglia di avere una sanità come prevista dalla costituzione, universale, gratuita». Secondo dati Gimbe, 2 milioni di cittadini non si curano più per motivi economici.
Sembrava che dopo la pessima esperienza di Joseph Polimeni alla direzione (trasferito all’Arcs) dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, qualcosa fosse cambiato, invece la struttura resta da ricovero. Diagnosi gravissima, da terapia intensiva. Anche con Tonutti. Per tal motivo, Stefano Bressan della UilFpl e Luca Petruz del Nursind, i due segretari regionali più attivi nel difendere il personale e gli utenti del sistema sanitario pubblico del Friuli Venezia Giulia, elencano alcuni dati sconcertanti: Per una visita oculista nelle sedi periferiche serve 1 anno; in un HUB non determinabile. Per radiologia come TAC addome il sito regionale addirittura non porta nessun dato. Perché i tempi sono così lunhghi? Bressan e Petruz affermano: «Le lunghissime liste di attesa sono correlate alla grave carenza di personale mai sanata. La precarietà degli organici continuerà a peggiorare finché non compieremo adeguate politiche retributive per valorizzare i dipendenti della sanità pubblica, che non sarà mai in grado di dare risposte concrete ai bisogni di cura dei cittadini». UilFpl e Nursind suggeriscono i correttivi da introdurre prima che la crisi diventi irreversibile: «regolamentare l’offerta alla sanità privata convenzionata, che non può gestire solo le attività maggiormente remunerative, ma anche quelle più gravose per gli ospedali pubblici. Mettere un freno alla privatizzazione, in quanto la sanità privata costa molto di più ai cittadini. È vergognoso – ribadiscono Petruz e Bressan – che l’Azienda Pubblica preferisca pagare molto di più la Sanità Privata invece di valorizzare i propri dipendenti. C’è qualcosa che non va. Il privato si prende tutte quelle prestazioni più remunerative e al pubblico restano quelle gravose,. E’ una partita senza senso con sbilanciature verso il privato che gravano sulle spalle dei cittadini». Il caso Radiologia nel presidio ospedaliero di Pordenone è scandaloso: esternalizzato. Le sigle sindacali ritengono che sia in corso a livello nazionale, ma soprattutto in Friuli VG a causa della gestione Fedriga-Riccardi, una profonda trasformazione rispetto al modello della sanità pubblica come definito dalla legge 833 del 1978. Il diritto alla salute non è più garantito a causa dei tempi di attesa e quindi dalla necessità del ricorso al privato per i cittadini abbienti oppure la rinuncia alle cure per i cittadini più poveri. Il tema è serio ma va affrontato a partire dall’urgenza di chiudere l’accordo definitivo con la direzione dell’Azienda per la costituzione dei fondi contrattuali destinati al personale. «Secondo noi – osserva Bressan – questi fondi non devono essere impiegati per pagare i richiami in servizio causati dalla carenza di personale. Se l’azienda ha risparmiato speculando sulle mancate assunzioni, allora deve pagare le ore eccendeti prodotte con i richiami in servizio, da bilancio aziendale». Sabato a Roma il modello Friuli stritolato dall’ «Aventino» dei sindacati.