Audizioni ieri in commissione Fvg sul “Piano Monfalcone” per superare le contraddizioni di un’area in balía delle comunità islamiche. É stato il capogruppo del Carroccio Antonio Calligaris a ricordare il successo politico di Anna Maria Cisint: “Non era più possibile fingere che i problemi non ci fossero”. Nel centrodestra si apre il toto nomi per il successore, a centrosinistra sono ancora alle schermaglie fra “civici”, primarie e il capogruppo Dem Moretti che ha lanciato la sfida. Per l’esponente della Lega: “Le azioni da intraprendere per noi sono chiare e sono la richiesta di rispetto dell’accordo di integrazione, la revisione della legge sui ricongiungimenti e un’analisi profonda sul sistema di assistenza sociale perché, oggi, una determinata fetta di popolazione, cioè il 30% composto da stranieri, assorbe il 100% degli aiuti e l’80% degli alloggi. Una situazione che non si risolve certo con più aiuti, più accoglienza, più contributi e alloggi come vuole la Sinistra. Noi crediamo che l’integrazione sia reciprocità, chi arriva in Italia per lavorare chiede di essere e deve essere rispettato, ma deve, innanzitutto, rispettare il Paese che lo ospita”, conclude il leghista evidenziando che, “non aver imposto, venti anni fa, il controllo sul rispetto di questi principi in nome di un’accoglienza indiscriminata ha generato la situazione problematica di Monfalcone. Oggi ci è stato detto che è difficile spiegare a chi arriva da villaggi periferici le regole di integrazione, ma credo sia compito anche della comunità di provenienza far capire a chi arriva che, qui, siamo in Italia e non in un villaggio del Bangladesh”.