18 Luglio 2025 - 12:05 pm


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PeratonerScintilloner Exxx…Polzive!!! Il presidente dell’Aaroi-Emac e responsabile di struttura semplice è il sanitario più pagato d’Italia. L’anestesista-volante mai presente in sala operatoria che salta da una “Croce” ad un’altra. Il reparto dalle uova d’oro.

 

A Udine gli anestesisti sono tutti in sala e uno alla volta viene destinato al 118. Diversa l’assegnazione dei tecnici nell’area giuliana. A ridosso del golfo, nel loro quartier generale di via Farneto, gli anestesisti sono 8. Che attendono il mattino per salire su una delle diverse “Croci” esterne pronte per il servizio di supporto all’ospedale. Croce di Latisana; Croce Rossa, Croce Verde; Croce di Gorizia; Sogit. Il più attivo in questa specialissima turnazione è l’anestesista sindacalista Alberto Peratoner che, grazie al servizio delle “croci” riesce a intascare dall’Asugi circa 194 mila euri/anno. E’ il medico più pagato d’Italia. Va detto che a Udine nella centrale del 118 gli anestesisti svolgono servizio interno e, a turno, quello su automedica. Per uno strano caso di organizzazione “pilotata”, in Asugi gli anestesisti sono assegnati solo alla centrale del 118 con la conseguenza che non sono mai presenti in sala operatoria. Ecco spiegato perché nell’Azienda Giuliano Isontina c’è carenza di anestesisti e quelli presenti ricevono un compenso per le prestazioni aggiuntive. Una caratteristica che si verifica solo nell’Azienda di Poggiana poichè l’ampliamento del servizio di medici con specializzazione in medicina d’urgenza è sempre stato ostacolato dall’anestesista Peratoner (faceva pressioni sui funzionari ispettivi e del lavoro per scoraggiare lo sviluppo). Per quale motivo? Semplice: Per il timore che il suo “reparto dalle uova d’oro” venisse ridimensionato e non potesse consentirgli più di ricevere compensi stellari. E qui si spiegano le ragioni per cui al sanitario non comoda esercitare il suo lavoro di anestesista in sala operatoria. E le liste di attesa si allungano. Nonostante l’investimento della regione di circa un milione di euri per le prestazioni aggiuntive del personale. Ma a che scopo? L’attività è fuori controllo e le responsabilità sono di chi teme di perdere i propri privilegi. Ed è singolare il silenzio sulla vicenda del capo dipartimento Lucangelo. Come desta qualche sospetto invece la morbosa difesa di Peratoner verso uno status di azienda completamente sbilanciato. Al 118 di Trieste (unico rimasto in attività della regione), sono impiegati 8 anestesisti, 48 infermieri, 45 autisti di ambulanza e una 15ina di O.O.S.S. Il triplo, delle altre aree. Quali interessi spingono l’anestesista stellare Peratoner a mantenere un rapporto di promiscuità con la vantaggiosa attività delle “croci”? I vantaggi dei doppi incarichi? o le ipotesi di illeciti derivanti da spostamenti con auto aziendali da un luogo di lavoro alla sede di una delle varie “Croci” disseminate fra Trieste e Monfalcone? Per alcuni “attenti” sanitari, non è da escludere un traffico di “influenze” sospetto e molto articolato che mette in evidenza solo un elemento tangibile: ingrassare l’anestesista. Una cifra di tutto rispetto per un responsabile di Struttura Semplice dipartimentale di anestesia e rianimazione. La struttura è governata dal capo dipartimento trasversale dell’area isontina allergico al territorio di Monfalcone dove risulta un fantasma. E anche in questo caso Peratoner e Lucangelo sono in perfetta sintonia: Quali sarebbero le caratteristiche dell’Azienda unica (Giuliano isontina) esaltata qualche mese fa da Peratoner? Balle estive che creano più di qualche malumore in corsia.

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