La neo presidente di Confindustria Marcegaglia ha avuto coraggio, senza scomodare assurdi ideologismi, ha detto che l’Italia non può restare a lungo fuori dal nucleare.
Mai gli industriali si erano spesi così nettamente pro nucleare e un ruolo decisivo l’hanno giocato gli elettori che hanno insediato a palazzo Chigi la compagine di Berlusconi. Come si possa invocare la solfa del piano energetico nazionale, come fanno alcuni deputati radicali, se non si comincia a capire che non si può vivere di rendita e che una decina di centrali nucleari lavorano al di là delle Alpi per fornirci energia, proprio non lo so. Forse le ragioni ideologiche non sono completamente abbandonate, chi vuole comunque, se le tenga.
Mai gli industriali si erano spesi così nettamente pro nucleare e un ruolo decisivo l’hanno giocato gli elettori che hanno insediato a palazzo Chigi la compagine di Berlusconi. Come si possa invocare la solfa del piano energetico nazionale, come fanno alcuni deputati radicali, se non si comincia a capire che non si può vivere di rendita e che una decina di centrali nucleari lavorano al di là delle Alpi per fornirci energia, proprio non lo so. Forse le ragioni ideologiche non sono completamente abbandonate, chi vuole comunque, se le tenga.
Resta il fatto che quanto possa reggere un paese che importa quasi il 90 per cento dell’energia che consuma, se lo stanno chiedendo forse solo Veronesi, la Marcegaglia e , sorry, Scajola.Trascuro il nostro Tondo che in tempi non sospetti era già favorevole e Galan che si è già spinto a individuare il sito.