Son fatti così, direttori scelti dall’editore, che scrivono di famiglie in difficoltà, di operay in cassa integrazione, disoccupazione giovanile fuori controllo, no alle 24 ore per i docenti. Srotolano ogni giorno in pasto ai lettory le malefatte dei liberisti, ma solo quelli selvaggi, poichè i soli liberisti, non esistono.
Narrano le peripezye quotidiane dei meno abbienti. Questa è l’ossatura del gruppo editoriale Espresso. Funziona e benone. Dàgli alll’imprenditore, quello che non è chic come De Benedetti.
“I care” disse Veltroni a Torino. Ma era un illusione, finì male, giacchè la tessera N° 1 del PD progressista e attento alla solidarietà pensa più che altro a fare utili, struccando la penna fino all’ultimo tratto.
Il presidente racconta:”Abbiamo davanti solo la priorità di nuovi posti di lavoro! la riduzione dei costi è una battaglia anacronistica”. L’utile di bilancio dei primi nove mesi 2012 è di quasi 27 milioni di euri.
Il marxismo si applica anche così. IL marxismo senza partito comunista, ma con l’eleganza degli oleandri, del Dom Perignon, delle passeggiate sul lago.