Alessandro Santin, imprenditore nel settore del turismo e consigliere comunale a Lignano, apre le valvole sul caso “DeepSeek” (open source cinese che si occupa di intelligenza artificiale. Afferma in rete a il leader di “Lignano Crescita e Sviluppo”: «Usavo con soddisfazione, per lavoro, l’Open Source Deepseek (società cinese di intelligenza artificiale), improvvisamente la piattaforma non ha più funzionato, mi dicono che è stato bloccato da un provvedimento governativo. Cara Meloni – ricorda Santin – con tutto il bene che ti voglio ti devo dire: Basta! Lo Stato non ha alcun diritto di impormi come utilizzare Internet né di decidere quali piattaforme o applicazioni io possa adoperare. Un tempo condannavamo simili ingerenze guardando con preoccupazione alla censura cinese o, per chi ha qualche anno in più, al controllo oppressivo dell’Unione Sovietica. Provavamo un brivido al solo pensiero di giovani privati dell’accesso al progresso, esclusi dalla possibilità di usufruire dei migliori servizi che la modernità offre, colpevoli soltanto di essere nati in Paesi in cui lo Stato si erge a padre padrone, moralizzatore e tutore del presunto “bene comune. Non ci provare – prosegue Santin – a parlare di spionaggio perché l’unico spionaggio che non tolleriamo è quello di Stato perché finalizzato a rubarci il frutto del nostro lavoro e a cancellare quel poco di proprietà e di libertà economica che ancora abbiamo. Decido io chi può spiare i miei dati sensibili» – tuona l’imprenditore che prosegue con la filippica liberista: «E non parlare neppure di sicurezza della privacy dopo che ci hai riempito le strade di macchine elettriche e di telecamere cinesi che immagazzinano ogni sensibile informazione. Per favorire una stupida guerra green e incassare le vostre schifose multe allo scopo di pagarvi le vostre immorali prebende e MAI per alzare la percezione di sicurezza nei poveri cittadini che non hanno coraggio di uscire di casa. Non azzardarti ad usarci per le tue guerre commerciali e per favorire i prodotti Americani. Il bene dei cittadini e’ vivere in un ambiente dove la concorrenza aumenta la qualità dei prodotti e dei servizi e ne abbassa i prezzi. L’abbassamento dei prezzi è l’unico modo per poter sperare di sopravvivere con le paghe da fame che il sistema Italia ci consente. Con un tasso di capitalizzazione, che è l’unico strumento in grado di alzare le paghe, (altro che le leggi e i sindacati) tra i più bassi dell’Occidente, perché ogni frazione di ricchezza prodotta non può essere reinvestita in attività produttive perché viene espropriata dallo Stato e indirizzata ad investimenti parassitari destinati ad avvantaggiare i soliti noti. Impara da Milei!». Ribadisce Santin. Adesso basta. Siamo stufi di vedere erodere ogni giorno spazi di libertà con un ritmo moltiplicato da dopo il Covid…. Colpevole di avervi reso edotti che con una semplice e puerile giustificazione. Il popolo bue è conmposto da pecoroni in grado di sopportare qualunque privazione della libertà. L’esperimento sociale ha funzionato ma non con tutti, perciò ripeto: Io non ci sto….Non sono di tua proprietà, ma sono il tuo padrone insieme agli italiani. Non siamo la Corea del Nord e non vogliamo diventarlo. Lo Stato deve garantire un minimo di protezione alle persone e alla loro proprietà… dando servizi efficienti solo se richiesti a prezzi competitivi». Il livello della polemica sale. Vertiginosamente.