4 Giugno 2023 - 12:16 am


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Illy costringe all’election day il FVG

Spregiudicatezza, ambiguità, scorciatoia.
Illy non poteva aspettare. Se voleva accorpare l’election day anche nella nostra regione, doveva dimettersi entro le 24 di ieri, 7 febbraio.
Chi crede che le ragioni di questa decisione siano da ricondursi al risparmio di un paio di milioni di euri, è abbastanza ingenuo.
E’ il più clamoroso e potente esempio di opportunismo politico che mai sia stato compiuto nella nostra regione. Illy non ci giri tanto intorno, la giustificazione del risparmio di due milioni di euri è solo una sgusciante ambiguità. E’ una scorciatoia furbetta che non regge. Ha ragione Cossiga, che cita il caso nazionale, affermando che è un provvedimento illeggittimo e inopportuno.
Come si può parlare di risparmio di soldi pubblici in tema di elezioni? E’ la ragione più antidemocratica che un politico possa affermare. Significa disprezzare le egole più elementari della democrazia. L’appuntamento elettorale non può essere quantificato in termini economici, ricordiamoci che il voto appartiene a quella sfera di diritti individuali, civili che compongono uno stato democratico che si basa sull’alternanza. Non regge la scusa dei quattrini anche perchè, vorremmo sapere, di grazia, a quanto ammontano gli sprechi che la regione compie in favore dei propri consiglieri, dei partiti, e delle leggine fatte ad hoc?
Non più tardi di un mese fa il consiglio regionale si è votato un provvedimento che consente ai consiglieri di distribuirsi un bottino di due milioni di euri per la campagna elettorale.
Guai mettere sul piano economico un diritto sacrosanto del cittadino come quello del voto.
E’ un grosso errore, anzi l’ingorgo istituzionale che si verrà a creare il 13 aprile, sarà certamente un elemento oggettivo di alterazione del voto. Illy ha addirittura affermato che il cittadino non vuole essere “disturbato” da troppe convocazioni elettorali. Ma come si permette?
Una confusione di schede e simboli che non renderà sereno l’appuntamento elettorale. Purtroppo ancora una volta assistiamo a manovre di bassa politica e opportunismo politico tese al ricatto compiuto da un despota che accentra a sè anche le decisioni del candidato sindaco di Udine e delle provincia del capoluogo friulano. Stupisce che Tondo condivida l’azione di Illy. Se si fosse votato l’otto giugno per le amministrative, l’onda lunga fisiologica della vittoria del cdx, avrebbe avuto effetti dirompenti anche nella roccaforte illyana. Per questo, il voto di aprile consentirà di spoliticizzare l’evento e consegnare a Illy quella posizione dominante tanto ambita su tutto lo scacchiere regionale, a partire dalla scelta del candidato per il comune di Udine.

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